Con questo contributo la mia intenzione è quella di descrivere alcune peculiarità che vivono attualmente gli adolescenti sinoitaliani nell’età di passaggio all’età adulta riguardo al complesso processo interiore di ridefinizione della loro identità culturale. A tal fine, sono risultate significative anche gran parte delle riflessioni di preadolescenti e adolescenti sinoitaliani coinvolti in una ricerca che ho recentemente condotto sul campo per il dottorato in Scienze della Formazione e Psicologia, svolto presso l’università di Firenze, che ha preso in esame i vissuti in ambito scolastico di studenti di seconda generazione (G2)1)Cfr. Alejandro Portes e Rubén G. Rumbaut, “Introduction: The second generation and the children of immigrants longitudinal study”, Ethnic and racial studies, 28, 6, 2005, 983-999. frequentanti gli ultimi anni dei cicli formativi della primaria e della secondaria di I° grado nelle scuole comprese nei comuni di Firenze, Campi Bisenzio e Prato, dove com’è noto il numero di abbandoni degli studenti sinoitaliani risulta da diversi anni in costante crescita. Osservando l’elevato punteggio ottenuto dagli studenti cinesi nei test PISA (Programme for International Student Assessment) condotti dall’OCSE (Organization for Economic Cooperation and Development), tuttavia, in ambito internazionale oramai da diversi anni viene confermata l’idea che questa specifica popolazione abbia una marcia in più sul piano del rendimento scolastico essendo stabilmente in cima alla classifica per le competenze in matematica e scienze.2)INVALSI – Area 1 Rilevazioni Nazionali, “I risultati OCSE PISA 2018”; https://www.invalsiopen.it/risultati-ocse-pisa-2018/. Com’è possibile, dunque, che ancora oggi questo eccelso capitale culturale e umano, una volta trapiantato nei paesi dell’Europa continentale precipiti tanto in basso?3)Daniele Brigadoi Cologna, “Se in Italia gli alunni cinesi non sono i primi della classe”, 2016; http://www.iai.it/sites/default/files/orizzontecina_16_02.pdf. Per quanto riguarda la situazione dell’area esaminata dal mio studio, Xu Qiulin (Presidente dell’“Associazione d’amicizia dei cinesi a Prato”), prima della crisi pandemica del Covid-19 osservava che la conoscenza della lingua italiana probabilmente resta ancora il problema che più va ad incidere nella stragrande maggioranza dei casi di giovani studenti sinoitaliani che scelgono di lasciare la scuola.4)Francesco Prisco, “Dall’era di Benigni ai cinesi e alla crisi del tessile: ecco perché Prato ‘non studia’”, 2018; https://www.ilsole24ore.com/art/dall-era-benigni-cinesi-e-crisi-tessile-ecco-perche-prato-non-studia-AEvK1C5D?refresh_ce=1. Il rapporto fra la scuola italiana e le famiglie sinodiscendenti è stato messo ancora più recentemente a dura prova dall’esperienza di didattica emergenziale a distanza; in questo periodo si sono verificati numerosi casi in cui le famiglie hanno scelto di non far seguire ai loro figli le lezioni online organizzate dalle scuole italiane preferendo a esse le offerte formative a distanza che la comunità sinofona mondiale ha predisposto utilizzando insegnanti sinofoni che, in linea con i programmi delle scuole cinesi, hanno offerto lezioni online a pagamento. Con il ritorno in presenza a scuola, però, in Italia e nel territorio preso in esame la situazione va normalizzandosi e attualmente si assiste a un numero significativo di rientri a scuola.5)Sabrina Ardizzoni e Maria Omodeo, “L’istruzione dei sinodiscendenti nelle scuole italiane. Tracce e percorsi”, 2022; https://sinosfere.com/2022/10/16/sabrina-ardizzoni-e-maria-omodeo-listruzione-dei-sinodiscendenti-nelle-scuole-italiane-tracce-e-percorsi/.

Il peculiare contesto della piana fiorentina e lo specifico focus di analisi riguardo al drop out dei giovani studenti sinoitaliani

Molti dei preadolescenti-adolescenti sinoitaliani che decidono di lasciare la scuola prematuramente, secondo quanto previsto dal percorso formativo dell’obbligo formativo (Legge 144/99 art. 68), sono soggetti che attraversano una fase della vita in cui sono impegnati a costruire una nuova identità in seno a una realtà familiare caratterizzata da vincoli ancestrali di lignaggio e parentela investiti di rinnovata forza in virtù dell’effetto che le migrazioni tipicamente esercitano sulle reti di consanguinei e compaesani e che impone loro fin da piccoli una forte assunzione di responsabilità nei confronti delle aspettative dei genitori e di tutta la comunità.6)Daniele Brigadoi Cologna, “[Cinesitaliani] I dieci anni di Associna”, 2015; https://www.twai.it/articles/cinesitaliani-i-dieci-anni-di-associna/. In Italia, come nel resto dell’Europa continentale, gli alunni cinesi sono prevalentemente figli di genitori originari di aree rurali o suburbane di provincia con livelli di istruzione medio bassi e inseriti in segmenti del mercato produttivo caratterizzati dall’alta intensità del lavoro, dove l’autoimpiego e la creazione di imprese famigliari rappresentano a un tempo le più efficaci strategie di mobilità sociale.7)Cfr. Carmen Petruzzi e Luisa Miniati, “Le interviste agli adolescenti di seconda generazione a Prato. Una riflessione pedagogica”, in Simonetta Ulivieri (a cura di), Ragazze e ragazzi stranieri a scuola. Intercultura, istruzione e progetto di vita in Europa e in Toscana (Pisa: ETS, 2018), 271-293. La maggior parte delle  famiglie cinesi che risiedono ed operano nel territorio compreso tra i comuni di Firenze, Campi Bisenzio e Prato, infatti, ha strutturato oramai da tempo network etnici; un circolo virtuoso, di contatti e capitali che ha esteso la rete di relazioni (guanxi 关系), dove ancora oggi i figli sono spesso coinvolti nelle attività produttive accanto ai propri genitori e non potrebbe essere diversamente. Questi giovani sinoitaliani, perciò, hanno inevitabilmente una storia personale intimamente intrecciata a un progetto migratorio in cui il singolo è inserito in un contesto familiare più ampio e in seno al quale i costi e i benefici dell’emigrazione sono ponderati con attenzione, una storia personale spesso inserita in una più ampia comunità che agisce nel quadro di strategie familiari, corporative e di espansione socioeconomica.8)Cfr. Echo H. Wu, “Factors that Contribute to Talented Performance: A Theoretical Model from a Chinese Perspective”, Gifted Child Quarterly, 49, 3, 2005, 231-246; Magdalena Warzecha, “Gli immigrati di Wenzhou: gli ebrei cinesi”, 2006; http://www.tuttocina.it/mondo_cinese/129/129_warz.htm#.UrIEifTuLe4; Cfr. Valeria Zanier, “Iniziativa personale e coesione sociale. Nascita e sviluppo dell’imprenditoria privata a Wenzhou [Private initiative and social cohesion. Birth and development of private entrepreneurship in Wenzhou]”, 2010. Altre variabili specifiche che possono aver influito e che ancora oggi incidono sulle basse prestazioni scolastiche dei giovani sinoitaliani che vivono nel territorio della piana fiorentina sono state già recentemente e ampiamente analizzate.9)Cfr. Sabrina Ardizzoni e Maria Omodeo, “L’istruzione dei sinodiscendenti nelle scuole italiane. Tracce e percorsi”, 2022; op.cit. In una prospettiva influenzata da queste priorità, dunque, non è possibile generalizzare aspettative di successo formativo, dal momento che le situazioni vissute nelle comunità e nelle famiglie cinesi in differenti contesti possono modificare bisogni/desideri/aspettative.10)Cfr. Lyn Gow, John Balla e Kit Tai Hau, “The Learning Approaches of Chinese People: A Function of Socialization Processes and the Context of Learning?” in Michael Harris Bond (a cura di), The handbook of Chinese psychology, (Hong Kong: Oxford University Press, 1996), 109-123. La migrazione cinese in Italia, infatti, come confermato anche da recenti dati è storicamente e fortemente legata al tema dell’impresa; le attività imprenditoriali guidate da cittadini nati in Cina presenta una forte presenza in Toscana e assorbe il 20,7% delle imprese della comunità concentrate nelle province di Prato (10,2%) e Firenze (7,6%), evidenziando il significativo investimento di risorse umane ed economiche in questo specifico territorio.11)Rapporto Comunità cinese in Italia, “Rapporto annuale sulla presenza dei migranti”, Ministero del lavoro e delle politiche sociali – Servizi per le politiche d’integrazione,  ANPAL Servizi (a cura di), 2021; https://www.lavoro.gov.it/documenti-e-norme/studi-e-statistiche/Documents/Rapporti%20annuali%20sulle%20comunità%20migranti%20in%20Italia%20-%20anno%202021/Cina-rapporto-2021.pdf.

La dimensione interiore dell’attraversamento in adolescenza per le seconde generazioni

La scelta di proseguire o non proseguire gli studi avviene contestualmente al periodo adolescenziale, durante la transizione dall’età infantile a quella adulta. Nel cercare di analizzare possibili problematiche specifiche che questi giovani possono incontrare durante nella fase di attraversamento dell’adolescenza,12)Cfr. Alessandro Vaccarelli, “Attraversare l’adolescenza tra resilienza e narrazioni interculturali”, in Simonetta Ulivieri (a cura di), Ragazze e ragazzi stranieri a scuola. Intercultura, istruzione e progetto di vita in Europa e in Toscana (Pisa: ETS, 2018), 175-192. sembra opportuno considerare le problematiche specifiche dei minori di origine cinese che vivono una doppia transizione (il passaggio verso l’età adulta e quello verso la società d’accoglienza), condizione esistenziale complessa e con cui è possibile convivere costruttivamente durante il processo di acculturazione attingendo dalle risorse che riguardano la competenza linguistica. Purtroppo, però, in molti giovani studenti sinoitaliani permane ancora oggi il fenomeno del semilinguismo ed è opinione diffusa degli insegnanti che nonostante molti fra loro siano nati in Italia e siano stati scolarizzati in questo Paese, il loro livello di competenza in merito all’uso dell’italiano risulta ancor oggi troppo limitato rispetto al livello di scolarizzazione che hanno ricevuto e ciò non gli consente di diminuire le difficoltà sociali, di avere una maggior interazione con i pari etàl al punto di non avere, spesso, la possibilità di esprimere le proprie abilità in diversi ambiti. Di fronte alle incertezze e alle sofferenze vissute nel nuovo contesto di vita, dunque, c’è il rischio che si crei una ambivalenza identitaria13)Cfr. Graziella Favaro, “Vulnerabilità silenziose. La fatica e le sfide della migrazione dei bambini e dei ragazzi”in Graziella Favaro e Monica Napoli (a cura di), Come un pesce fuor d’acqua, (Milano: Guerini, 2002); Cfr. Lupina-Wegener, Anna Aleksandra  Liang, et al. “Multiple Organizational Identities and Change in Ambivalence: the Case of a Chinese Acquisition in Europe”, Journal of organizational change management, 33, 7, 2020, 1253-1275. dovuta al conflitto fra passato e presente. Queste dinamiche conflittuali possono dare origine a vere e proprie crisi a livello identitario, familiare, sociale e culturale, dal momento che la cultura che assicura all’adolescente migrante un senso di stabilità e di certezza diviene un riferimento meno sicuro e il confronto con i pari età spesso finisce per mettere profondamente in discussione l’immagine di sé.14)Cfr. Valeria Schimmenti, Identità e differenze etniche. Strategie d’integrazione (Franco Angeli: Milano, 2001). Gli esiti di un processo di ridefinizione dell’identità, quindi, si traducono spesso in soluzioni “ibride” e, per effetto di una duplice socializzazione, la rappresentazione del sé assume un carattere al contempo interdipendente ed autonomo.15)Cfr. Tiziana Mancini, “Adolescenza, identità e immigrazione. Continuità e discontinuità culturali nelle seconde generazioni d’immigrati”, Ricerca Psicoanalitica, 2, 2008, 137-160. Nel tentativo di far emergere e comprendere la natura così complessa di questi processi interiori, ho focalizzato la mia indagine su una prospettiva socioemotiva dove sono state esaminate possibili concause della disaffezione scolastica che possono contribuire con il loro peso specifico a determinare un precoce drop out.

La ricerca dei fattori socioemotivi in merito alla scelta del drop out: quale peso specifico hanno “stare bene” a scuola e immaginarsi il futuro a partire dai propri interessi?

Ricorrendo a un impianto metodologico basato sul paradigma ecologico,16)Luigina Mortari e Luca Ghirotto (a cura di), Metodi per la ricerca educativa, (Carocci: Roma, 2019). incentrato soprattutto sull’analisi delle percezioni, le sensazioni, le impressioni del soggetto rispetto al mondo esterno, ho utilizzato l’aula come contesto in cui ricavare dati significativi e alcuni strumenti già validati della ricerca psico-socio-pedagogica, riadattandoli e semplificandoli in chiave qualitativa, per gli obiettivi specifici dell’indagine. In ogni fase progettuale l’esperienza dei partecipanti è stata centrale e si è strutturata gradualmente a partire dai dati emersi in progress, focalizzandosi sul punto di vista dei soggetti coinvolti nello studio. La letteratura tematica riferibile al Confucian Heritage Culture17)Cfr. Thi Tuyet Tran, “Is the Learning Approach of Students from the Confucian Heritage Culture Problematic?”, Educational Research for Policy and Practice, 12, 2013, 57-65; Cfr. David Y.F. Ho, “Cognitive Socialization in Confucian Heritage Cultures” Cross-Cultural Roots of Minority Child Development (Psychology Press, 2014), 284-312. fornisce informazioni in merito ai significati che i giovani studenti di origine cinese attribuiscono al concetto di shame culture e individua nell’atteggiamento del face saving una influenza culturale determinante che in essi agisce, anche inconsapevolmente, in ambito scolastico. Il campionamento dei partecipanti è avvenuto considerando i dati dell’Osservatorio Regionale Educazione Istruzione della Regione Toscana in merito alla dispersione scolastica; sono state, quindi, individuate alcune scuole comprese tra i comuni di Firenze (quartieri Brozzi, Le Piagge nell’area fiorentina Nord-Ovest), Campi Bisenzio (quartiere San Donnino) e Prato (quartieri San Paolo, San Giusto e Fontanelle), dal momento che dagli approfondimenti sulle aree in cui il drop out ha origine sono state considerate “aree territoriali più a rischio di altre” per l’abbandono scolastico degli studenti G2 di origine cinese. Al fine di determinare le condizioni più opportune in cui facilitare il più possibile il ripristino dei ricordi salienti a conclusione dei cicli scolastici della scuola primaria e secondaria di I° grado sono stati costruiti ad hoc strumenti in una prospettiva di culturally sensitive research18)Cfr. Lloyd H. Rogler, “The Meaning of Culturally Sensitive Research in Mental Health”, The American Journal of Psychiatry, 1989; Cfr. Germine H. Awad et al., “Recommendations for Culturally Sensitive Research Methods”, Journal of Educational and Psychological Consultation, 26, 3, 2016, 283-303. con lo scopo di comprendere se – dall’analisi delle memorie socioemotive dell’esperienza scolastica, della percezione degli altri e dell’ambiente scolastico e dalla proiezione di sé stessi nel futuro (interessi, desideri, aspettative) – fosse possibile in base alla dicotomia “piacevole/spiacevole” individuare dei vissuti19)Cfr. Nikolai Veresov e Marilyn Fleer, “Perezhivanie as a Theoretical Concept for Researching Young Children’s Development”, Mind, Culture, and Activity, 23, 4, 2016, 325-335. che potessero iniziare a determinare una disaffezione verso la scuola già al termine di due cicli scolastici precedenti a quello della secondaria di II° grado in cui emerge il numero più elevato di abbandoni per i giovani studenti sinoitaliani. I giovani studenti che hanno partecipato alla ricerca sono stati complessivamente 359 (180F; 179M) con un totale di 127 (66F; 61M)  sinoitaliani coinvolti, di cui 65 alunne e alunni (33F; 32M), frequentanti l’ultimo anno delle scuole primarie e 62 alunne e alunni (33F; 29M) frequentanti l’ultimo anno delle scuole secondarie di I° grado. La fase di data collection del disegno di ricerca ha previsto l’utilizzo di: 1. esercizio di warm-up sul riconoscimento delle emozioni primarie o di base, in riferimento alla categorizzazione della teoria neuro-culturale20)Cfr. Paul Ekman, “Cross-Cultural Studies of Facial Expression”, Darwin and Facial Expression: A Century of Research in Review, 169222, 1, 1973; Cfr. Hillary Anger Elfenbein e Nalini Ambady, “Universals and Cultural Differences in Recognizing Emotions”, Current Directions in Psychological Science, 12, 5, 2003, 159-164; Cfr. Yuanchen Zhang, “How Culture Influences Emotion Display in Transnational Television Formats: The Case of the Voice of China”, Media and Communication, 6, 3, 2018, 40-47. in cui sono state analizzate soltanto le emozioni associate ai volti con esclusivo riferimento alla vita scolastica quotidiana, al fine di poter stabilire se in fase preadolescenziale-adolescenziale le proiezioni/attribuzioni delle emozioni vissute in ambito scolastico potessero essere motivo di disagio e di possibile concausa di drop out; 2. storytelling in forma scritta, con trascrizione dei ricordi vissuti al termine di un ciclo scolastico come strumento per descrivere una situazione sociale di sviluppo e per ricostruire ciò che i singoli individui o gruppi di soggetti hanno condiviso facendo la stessa esperienza;21)Cfr. Andrea Smorti, Narrazioni. Cultura, memorie, formazione del sé (Firenze: Giunti, 2007); Cfr. Raffaella Biagioli, I significati pedagogici della scrittura e del racconto di sé, (Napoli: Liguori, 2015). 3. circle time, per far emergere stati d’animo e aspettative sul futuro; 4. inchiesta sulla qualità delle relazioni amicali nei gruppi-classe nella prospettiva del sociogramma, con il solo utilizzo del criterio affettivo-relazionale. Inoltre, per poter ricavare maggiori informazioni sono state realizzate interviste semi-strutturate e focus group con tutti gli “attori del sistema scolastico” e sono stati coinvolti nello studio anche cinque dirigenti scolastici, diciotto insegnanti di scuola primaria, quindici insegnanti di scuola secondaria di I° grado, tre mediatori linguistico-culturali e tre docenti-facilitatori dei centri di alfabetizzazione.22)Cfr. Stefano Costantini, Competenze socioemotive e drop out. Un’analisi dei vissuti scolastici di giovani studenti di origine cinese (Firenze: Edizioni Via Laura, 2023; in stampa).

L’identità dis-orientata dei giovani sinoitaliani

Dalle informazioni ricavate, soprattutto tra gli adolescenti sinoitaliani al termine del ciclo scolastico della secondaria di I° grado, si avverte un diffuso senso d’isolamento e paura di non essere assimilati al gruppo. Essere in qualche modo aderente alle aspettative di un gruppo di riferimento com’è il gruppo-classe con le sue specifiche dinamiche, per ogni adolescente è fondamentale perché le differenze creano distanze. Dal quadro generale che emerge dai risultati di questo studio, si osserva che la distanza per molti dei giovani sinoitaliani nasce principalmente dalle poche interazioni dopo la scuola. Molti restano come sospesi, tra la famiglia legata alle tradizioni d’origine e i nuovi stili di vita appresi sui banchi di scuola e ognuno si adegua a restare in equilibrio come può, per gestire intimamente le due realtà. In questa condizione di “acrobati”, qualcuno di loro decide di adottare comportamenti omologanti al gruppo dei pari per avere maggiore sicurezza in sé stesso, alcuni invece non sembrano disposti a rinunciare alle proprie radici e altri ancora “scelgono di non scegliere”. Il mio tentativo è stato quello di mettermi in contatto con le emozioni più profonde dei giovani studenti di origine cinese per poter individuare se, in ambito scolastico, una sorta di malessere percepito potesse avere un nesso con la scelta di molti di loro di abbandonare la scuola italiana prematuramente. Ne è emersa, quindi, una consapevolezza in merito alla loro percezione di avere un maggiore controllo sulle proprie vite e sul proprio futuro, rispetto alle differenze tra lo stile genitoriale degli italiani o anche di altre culture, ma anche il disagio che comporta la dicotomia che quando torneranno a casa troveranno altre regole. In questo senso, la necessità di evitare conflitti è stata espressa a più voci e si può sintetizzare nel refrainmolte volte ascoltato nelle loro parole: “… i genitori hanno sempre ragione, perché la loro vita è un esempio … anche io devo fare come loro sennò sarò perduto se prendo come esempio come si comportano gli italiani”. Per questi giovani la ricerca della propria identità e il sentimento di appartenenza confliggono tra molte pressioni e influenze. Molte delle considerazioni dei giovani sinoitaliani che ho ascoltato in merito alla proiezione di sé stessi nel futuro riflette una inossidabile appartenenza alle proprie radici anche se, allo stesso tempo, in molti di loro emerge una embrionale consapevolezza delle proprie peculiari capacità (conoscenza di più lingue, di svariate modalità comportamentali, l’utilizzo di più strategie di problem solving) e per questo anche la necessità che possano essere riconosciute e valorizzate nella loro unicità. Attualmente, in vari modi e a vario titolo, sono diversi gli esponenti della cultura sinoitaliana che stanno cercando di descrivere la condizione dei giovani adolescenti G2. Ad esempio, uno stato d’animo che ben descrive il senso di duplice appartenenza si ritrova nelle parole dell’insegnante e scrittrice Liliana Liao:

“… come seconda generazione spesso abbiamo un’esperienza di vita frammentata, a volte ci sentiamo fuori luogo o non del tutto parte integrante del mondo circostante. Abbiamo tanti interrogativi a cui non troviamo risposta e quotidianamente ci troviamo a mediare tra ciò che riteniamo giusto e allineato alla società in cui viviamo e le convenzioni tradizionali trasmesse dai nostri genitori. Scissi tra due mondi, a volte ci sentiamo confusi, smarriti: chi siamo?”23)Cfr. Jada Bai, “Creatività sinoitaliane”, 2022; Cfr. in: https://sinosfere.com/2022/03/06/jada-bai-creativita-sinoitaliane/; Cfr. Liliana Liao, “Educazione sentimentale”, in AA. VV., Cinarriamo – Racconti sino-italiani (Roma: Orientalia editrice, 2019).

Marco Wong, Presidente onorario di Associna (la più grande comunità web di G2 italo-cinesi) e primo testimone di cinesi cresciuti in Italia, sostiene che la chiusura della comunità cinese è stata in passato un modo per proteggersi dal momento che la percezione diffusa dai sinoitaliani era quella di sentirsi poco accettati, ma anche che questo atteggiamento per molti giovani G2 oramai appartiene di più al passato. Le problematiche secondo Wong persistono soprattutto al termine del percorso scolastico quando, a causa di problemi che hanno a che fare con la cittadinanza, i sinoitaliani non possono accedere ad alcuni lavori; questo aspetto deriva da un certo arretramento istituzionale italiano e da una società decisamente ingessata se si considera l’accesso alle professioni. Wong, inoltre, descrive gli attuali giovani sinoitaliani come in una fase di passaggio in cui l’identità duale – che in un recente passato era vissuta come un conflitto paralizzante – adesso inizia a essere percepita da alcuni come una grande opportunità; il business attualmente esistente tra Italia e Cina, infatti, inizia a essere considerato anche come uno stimolo per la G2 cinese a trasformare lo svantaggio di convivere con una identità incerta in un vantaggio professionale che può essere prontamente speso nel mercato del lavoro. A questa opinione fa eco il Professor Bai Junyi, Presidente e membro fondatore di Associna che, in primis, sottolinea come oggi non esista più il concetto della comunità cinese quale unico blocco uniforme al suo interno, ma esistano tante sfaccettature tra cui quella rappresentata dai tanti ragazzi e ragazze di origine cinese con un vissuto italiano che ogni giorno fanno la differenza nella società grazie alla loro multi-identità, dalmomento che in un mondo sempre più globalizzato la conoscenza di più lingue e culture diviene sempre più necessaria per la costruzione di un futuro comune.24)Alessandra Magliaro “Italiani cinesi, la seconda generazione è matura e chiede la riforma”, 2015; https://www.ansa.it/lifestyle/notizie/societa/integrazione/2015/10/06/italiani-cinesi-la-seconda-generazione-e-matura-e-chiede-la-riforma_69133d6f-185b-409c-9d53-037aca7f4c6b.html. Shi Yang Shi, inoltre, ha recentemente raccontato grazie a pièce teatrali di successo la sua personale crisi d’identità a partire dalla rielaborazione della storia della sua famiglia e della sua complessa vita di bambino e poi adolescente vissuta a Prato. Anche per Shi la sensazione è che attualmente è in atto una fase di transizione per molti dei sinoitaliani G2 e, anche se ancora costituiscono una minoranza, è significativo come alcuni di loro non sempre scelgono di seguire pedissequamente i suggerimenti dei loro genitori che, in genere, preferiscono che i figli lavorino nelle attività commerciali di famiglia considerate più sicure e redditizie. Nello spettacolo teatrale “Arle-chino” Shi ha raccontato il profondo conflitto tra italiani e cinesi riunendo apertamente in dialogo alcuni rappresentanti delle due comunità e creando una sorta di esperimento sociale in cui far emergere il forte il risentimento reciproco e differenti punti di vista, che oramai comunque, in qualche modo, gli appartengono entrambi. Inoltre, in “Love me tender” Shi, grazie all’efficacia della comunicazione drammaturgica, ha affrontato il tema delicato della sua dipendenza affettiva dovuta all’assenza dei genitori durante l’adolescenza rappresentando una storia che è simile anche oggi per molti dei preadolescenti-adolescenti sinoitaliani.25)Jada Bai, “Shi Yang Shi: la comunità cinese non è un mistero”, 2022; https://www.internazionale.it/essenziale/notizie/jada-bai/2022/08/03/shi-yang-shi-la-comunita-cinese-non-e-un-mistero. Nelle famiglie della diaspora cinese, infatti, è comune riscontrare un gap generazionale molto marcato dal momento che spesso i figli arrivano in Italia già adolescenti o quasi. E spesso i genitori non hanno tempo per loro, perché dedicano tutte le loro energie a costruirsi una vita in un paese straniero. In famiglia si parla poco, spesso non ci si capisce. Ricostruire il rapporto tra genitori e figli è un percorso lungo e difficile e le pièce teatrali di Shi sono un esempio emblematico del complesso processo interiore che comporta la ridefinizione di identità culturale per un giovane di origine cinese. Quando ci si sente immersi in una dimensione continuamente scissa tra due mondi durante l’età evolutiva adolescenziale alla ricerca di identità e individuazione, è complesso desiderare il proprio futuro. Considerando che nella cultura cinese il talento 人才 è un concetto sociale determinato dalla combinazione della condizione umana 人 e spirituale 才,26)Cfr. Yanhua Li, “The Etymology of ‘Talent’ and the Comparison of ‘Origins’ between Chinese and Western Views on Talent”, 3rd International Conference on Culture, Education and Economic Development of Modern Society (2019), Atlantis Press, 2019. ciò che personalmente auspico ai sinoitaliani G2 che ho incontrato e ascoltato durante lo svolgimento di questa ricerca è che possano riuscire, ognuno a suo modo, a proseguire il cammino intrapreso per poter vivere pienamente il paese in cui sono nati o cresciuti come luogo che gli appartiene e in cui scegliere di spendere la propria “dimensione interiore” per un bene comune condivisibile.

Costantini preadolescenti-adolescenti sinoitaliani PDF

Immagine: dalla copertina del volume Competenze emotive e drop out. Un’analisi dei vissuti scolastici di giovani studenti di origine cinese (di prossima uscita, autore Stefano Costantini), grafica di Francesco Leopoldi.

Stefano Costantini ha conseguito il titolo di Dottore di ricerca presso il Dipartimento di Scienze della Formazione, Lingue, Intercultura, Letteratura e Psicologia dell’Università degli studi di Firenze. È interessato a diverse tematiche che riguardano l’ambito della pedagogia generale e sociale, a tutti gli elementi di complessità e ai principali nodi problematici dell’esperienza educativa. In particolare, nelle attività di ricerca sul campo ha approfondito i processi che riguardano le seconde generazioni e il drop-out e la promozione dell’inclusione scolastica attraverso l’uso dell’autobiografia. È attualmente adjunct member della Cattedra Transdisciplinare UNESCO in “Sviluppo Umano e Cultura della Pace” (Università degli studi di Firenze) e membro associato dell’Ordine professionale degli Psicologi e Psicoterapeuti della Toscana.

References
1 Cfr. Alejandro Portes e Rubén G. Rumbaut, “Introduction: The second generation and the children of immigrants longitudinal study”, Ethnic and racial studies, 28, 6, 2005, 983-999.
2 INVALSI – Area 1 Rilevazioni Nazionali, “I risultati OCSE PISA 2018”; https://www.invalsiopen.it/risultati-ocse-pisa-2018/.
3 Daniele Brigadoi Cologna, “Se in Italia gli alunni cinesi non sono i primi della classe”, 2016; http://www.iai.it/sites/default/files/orizzontecina_16_02.pdf.
4 Francesco Prisco, “Dall’era di Benigni ai cinesi e alla crisi del tessile: ecco perché Prato ‘non studia’”, 2018; https://www.ilsole24ore.com/art/dall-era-benigni-cinesi-e-crisi-tessile-ecco-perche-prato-non-studia-AEvK1C5D?refresh_ce=1.
5 Sabrina Ardizzoni e Maria Omodeo, “L’istruzione dei sinodiscendenti nelle scuole italiane. Tracce e percorsi”, 2022; https://sinosfere.com/2022/10/16/sabrina-ardizzoni-e-maria-omodeo-listruzione-dei-sinodiscendenti-nelle-scuole-italiane-tracce-e-percorsi/.
6 Daniele Brigadoi Cologna, “[Cinesitaliani] I dieci anni di Associna”, 2015; https://www.twai.it/articles/cinesitaliani-i-dieci-anni-di-associna/.
7 Cfr. Carmen Petruzzi e Luisa Miniati, “Le interviste agli adolescenti di seconda generazione a Prato. Una riflessione pedagogica”, in Simonetta Ulivieri (a cura di), Ragazze e ragazzi stranieri a scuola. Intercultura, istruzione e progetto di vita in Europa e in Toscana (Pisa: ETS, 2018), 271-293.
8 Cfr. Echo H. Wu, “Factors that Contribute to Talented Performance: A Theoretical Model from a Chinese Perspective”, Gifted Child Quarterly, 49, 3, 2005, 231-246; Magdalena Warzecha, “Gli immigrati di Wenzhou: gli ebrei cinesi”, 2006; http://www.tuttocina.it/mondo_cinese/129/129_warz.htm#.UrIEifTuLe4; Cfr. Valeria Zanier, “Iniziativa personale e coesione sociale. Nascita e sviluppo dell’imprenditoria privata a Wenzhou [Private initiative and social cohesion. Birth and development of private entrepreneurship in Wenzhou]”, 2010.
9 Cfr. Sabrina Ardizzoni e Maria Omodeo, “L’istruzione dei sinodiscendenti nelle scuole italiane. Tracce e percorsi”, 2022; op.cit.
10 Cfr. Lyn Gow, John Balla e Kit Tai Hau, “The Learning Approaches of Chinese People: A Function of Socialization Processes and the Context of Learning?” in Michael Harris Bond (a cura di), The handbook of Chinese psychology, (Hong Kong: Oxford University Press, 1996), 109-123.
11 Rapporto Comunità cinese in Italia, “Rapporto annuale sulla presenza dei migranti”, Ministero del lavoro e delle politiche sociali – Servizi per le politiche d’integrazione,  ANPAL Servizi (a cura di), 2021; https://www.lavoro.gov.it/documenti-e-norme/studi-e-statistiche/Documents/Rapporti%20annuali%20sulle%20comunità%20migranti%20in%20Italia%20-%20anno%202021/Cina-rapporto-2021.pdf.
12 Cfr. Alessandro Vaccarelli, “Attraversare l’adolescenza tra resilienza e narrazioni interculturali”, in Simonetta Ulivieri (a cura di), Ragazze e ragazzi stranieri a scuola. Intercultura, istruzione e progetto di vita in Europa e in Toscana (Pisa: ETS, 2018), 175-192.
13 Cfr. Graziella Favaro, “Vulnerabilità silenziose. La fatica e le sfide della migrazione dei bambini e dei ragazzi”in Graziella Favaro e Monica Napoli (a cura di), Come un pesce fuor d’acqua, (Milano: Guerini, 2002); Cfr. Lupina-Wegener, Anna Aleksandra  Liang, et al. “Multiple Organizational Identities and Change in Ambivalence: the Case of a Chinese Acquisition in Europe”, Journal of organizational change management, 33, 7, 2020, 1253-1275.
14 Cfr. Valeria Schimmenti, Identità e differenze etniche. Strategie d’integrazione (Franco Angeli: Milano, 2001).
15 Cfr. Tiziana Mancini, “Adolescenza, identità e immigrazione. Continuità e discontinuità culturali nelle seconde generazioni d’immigrati”, Ricerca Psicoanalitica, 2, 2008, 137-160.
16 Luigina Mortari e Luca Ghirotto (a cura di), Metodi per la ricerca educativa, (Carocci: Roma, 2019).
17 Cfr. Thi Tuyet Tran, “Is the Learning Approach of Students from the Confucian Heritage Culture Problematic?”, Educational Research for Policy and Practice, 12, 2013, 57-65; Cfr. David Y.F. Ho, “Cognitive Socialization in Confucian Heritage Cultures” Cross-Cultural Roots of Minority Child Development (Psychology Press, 2014), 284-312.
18 Cfr. Lloyd H. Rogler, “The Meaning of Culturally Sensitive Research in Mental Health”, The American Journal of Psychiatry, 1989; Cfr. Germine H. Awad et al., “Recommendations for Culturally Sensitive Research Methods”, Journal of Educational and Psychological Consultation, 26, 3, 2016, 283-303.
19 Cfr. Nikolai Veresov e Marilyn Fleer, “Perezhivanie as a Theoretical Concept for Researching Young Children’s Development”, Mind, Culture, and Activity, 23, 4, 2016, 325-335.
20 Cfr. Paul Ekman, “Cross-Cultural Studies of Facial Expression”, Darwin and Facial Expression: A Century of Research in Review, 169222, 1, 1973; Cfr. Hillary Anger Elfenbein e Nalini Ambady, “Universals and Cultural Differences in Recognizing Emotions”, Current Directions in Psychological Science, 12, 5, 2003, 159-164; Cfr. Yuanchen Zhang, “How Culture Influences Emotion Display in Transnational Television Formats: The Case of the Voice of China”, Media and Communication, 6, 3, 2018, 40-47.
21 Cfr. Andrea Smorti, Narrazioni. Cultura, memorie, formazione del sé (Firenze: Giunti, 2007); Cfr. Raffaella Biagioli, I significati pedagogici della scrittura e del racconto di sé, (Napoli: Liguori, 2015).
22 Cfr. Stefano Costantini, Competenze socioemotive e drop out. Un’analisi dei vissuti scolastici di giovani studenti di origine cinese (Firenze: Edizioni Via Laura, 2023; in stampa).
23 Cfr. Jada Bai, “Creatività sinoitaliane”, 2022; Cfr. in: https://sinosfere.com/2022/03/06/jada-bai-creativita-sinoitaliane/; Cfr. Liliana Liao, “Educazione sentimentale”, in AA. VV., Cinarriamo – Racconti sino-italiani (Roma: Orientalia editrice, 2019).
24 Alessandra Magliaro “Italiani cinesi, la seconda generazione è matura e chiede la riforma”, 2015; https://www.ansa.it/lifestyle/notizie/societa/integrazione/2015/10/06/italiani-cinesi-la-seconda-generazione-e-matura-e-chiede-la-riforma_69133d6f-185b-409c-9d53-037aca7f4c6b.html.
25 Jada Bai, “Shi Yang Shi: la comunità cinese non è un mistero”, 2022; https://www.internazionale.it/essenziale/notizie/jada-bai/2022/08/03/shi-yang-shi-la-comunita-cinese-non-e-un-mistero.
26 Cfr. Yanhua Li, “The Etymology of ‘Talent’ and the Comparison of ‘Origins’ between Chinese and Western Views on Talent”, 3rd International Conference on Culture, Education and Economic Development of Modern Society (2019), Atlantis Press, 2019.