Quando lo scorso autunno è divenuto il nuovo proprietario di Twitter, Elon Musk ha avviato una vera e propria rivoluzione nel popolare social network che ha scatenato un vortice di reazioni, tra opposizioni, licenziamenti e congetture sul futuro della piattaforma. Tra le varie questioni sollevate a ridosso di questi eventi, ha figurato la riammissione del profilo di Donald Trump, che era stato bloccato per aver violato il regolamento di Twitter con alcune affermazioni incitanti alla violenza fatte all’indomani dell’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021. Musk ha messo la questione ai voti e il popolo di Twitter ha deciso per la riattivazione dell’account con il 51% di voti favorevoli, sebbene Trump abbia poi declinato l’invito a riprendere a “twittare”1)Milmo, Dan, “Elon Musk Reinstates Donald Trump’s Twitter Account After Taking Poll”, The Guardian, 20 novembre 2022. URL: https://www.theguardian.com/us-news/2022/nov/20/twitter-lifts-donald-trump-ban-after-elon-musks-poll, consultato il 6 dicembre 2022. e il suo profilo risulti tuttora chiuso. Alla base della volontà di riabilitare il profilo dell’ex presidente c’è la visione apparentemente ultrademocratica di Musk, che si definisce un “assolutista della libertà di parola” e argomenta la sua posizione affermando che “[b]y ‘free speech’, I simply mean that which matches the law. I am against censorship that goes far beyond the law”. Tuttavia, la volontà di concedere indistintamente la possibilità di esprimere il proprio pensiero scagliandosi in maniera violenta contro la scure della censura sembrerebbe – per lo meno superficialmente – cozzare con il suo intento dichiarato di fare di Twitter una “super app” ispirata al modello di WeChat,2)Halpert, Madeline, “If Musk Turns Twitter into X—His ‘Everything App’—Here’s What It Might Look Like”, Forbes, 5 ottobre 2022. URL: https://www.forbes.com/sites/madelinehalpert/2022/10/05/if-musk-turns-twitter-into-x-his-everything-app—heres-what-it-might-look-like/?sh=4afc69fbd3d9, consultato il 6 dicembre 2022. il software di Tencent da cui è ormai necessario dipendere per sopravvivere sul suolo cinese. È chiaro che l’esistenza e la diffusione di un’ipotetica “everything app rappresentano di per sé una circoscrizione, seppure non immediatamente percepibile, dello spazio di movimento dell’utente, frantumando l’illusione di una libertà sempre più costretta tra le mura invisibili della tecnologia. Il World Wide Web e le sue declinazioni sono passate, nel giro di pochi decenni, dall’essere entità quasi astratte, che esulavano dalle capacità percettive delle masse, al rappresentare una manifestazione tangibile del vissuto nonché canale preferenziale di comunicazione tra l’individuo e il mondo che lo circonda. In questo contesto, diventa interessante indagare più a fondo sulla compatibilità tra l’ideale di “libertà di parola” di cui parla Musk e lo spazio “concreto” in cui gli utenti interagiscono tra di loro e con la comunità globale. Nel caso della Cina, è proprio dalla volontà di affrancarsi dal controllo delle istituzioni e guadagnare uno spazio di espressione internazionale che nasce The Great Translation Movement (da fanyi yundong 大翻译运动, d’ora in avanti TGTM), un movimento di attivisti anonimi che si insinua nei meandri dei social network cinesi e utilizza la traduzione come arma per smascherare su Twitter il groviglio di opinioni impopolari attorno ai temi più caldi che interessano tanto la Repubblica Popolare Cinese quanto il resto del mondo. Che cosa ha rappresentato questo movimento nel contesto del 2022? Che frutti può dare l’intersezione di spazi espressivi che ha come ambizione ultima l’amplificazione a livello mondiale degli anfratti più nascosti e oscuri dei social cinesi? Nei paragrafi che seguono cercherò di rispondere a queste domande, cercando di far luce sull’attività di TGTM e sull’impatto che sta avendo al di là del Great Firewall.

La nascita di The Great Translation Movement

Il profilo di TGTM ha fatto la sua prima comparsa su Reddit nella primavera del 2022, a ridosso dell’invasione russa dell’Ucraina, con lo scopo di tradurre per il pubblico internazionale una selezione di messaggi pro-Russia inviati da utenti cinesi che circolavano su una serie di gruppi WeChat non meglio definiti. Dopo essere stato bloccato su Reddit, l’account è migrato su diverse piattaforme social tra cui Telegram, Facebook e Instagram prima di mettere radici su Twitter, che attualmente costituisce il canale di comunicazione ufficiale del movimento. In un articolo del 12 marzo apparso sull’edizione cinese del sito internet di Deutsche Welle, uno degli anonimi partecipanti al movimento dichiara il proprio intento di mettere a nudo la vera natura del popolo cinese, che reputa profondamente diversa dalla descrizione idealizzata che ne dà il Partito Comunista Cinese, in quanto racchiude in sé la presenza di gruppi che descrive come “arroganti, inneggianti al populismo, crudeli, assetati di sangue e privi del benché minimo senso di compassione”.3)Liu Wen 刘文, “Da fanyi yundong: gaosu shijie Zhongguo ren zenme kan zhanzheng” 大翻译运动:告诉世界中国人怎么看战争” [The Great Translation Movement: dire al mondo cosa pensano i cinesi della guerra], Deutsche Welle, 12 marzo 2022. URL: https://www.dw.com/zh/大翻译运动告诉世界中国人怎么看战争/a-61105169. Salvo diversa indicazione, tutte le traduzioni sono dell’autrice. Tuttavia, l’operazione portata avanti da TGTM non è soltanto l’incarnazione della volontà di alcuni individui di prendere le distanze da determinati comportamenti o correnti di pensiero espresse dai loro connazionali. Dando in pasto agli utenti anglofoni (ma non solo) i sentimenti filo-putiniani di molti cittadini cinesi e svelando determinati risvolti della propaganda interna del Partito Comunista Cinese, TGTM ha svelato la doppia narrazione portata avanti dalla leadership cinese. Un professore universitario che ha chiesto di rimanere anonimo ha chiarito a Voice of America la scomoda posizione del governo cinese in merito alla questione ucraina: sebbene non potesse schierarsi apertamente a favore della guerra, risultava piuttosto difficile prendere una chiara posizione contro di essa a causa delle implicazioni che un tale atteggiamento avrebbe avuto su questioni politiche sensibili come quelle di Taiwan, di Hong Kong o del Tibet.4)Dasgupta, Saibal, “Ukraine Invasion Sparks Controversial Commentary on Chinese Social Media”, Voice of America, 2 marzo 2022. URL: https://www.voanews.com/a/ukraine-invasion-sparks-controversial-commentary-on-chinese-social-media-/6467187.html.

La guerra in Ucraina è stata l’evento che ha portato alla nascita di TGTM, ma il movimento ha ben presto raggiunto una dimensione più ampia, dando risalto ad alcune azioni di matrice dissidente portate avanti durante il lockdown di Shanghai e poi crescendo progressivamente, sino ad assumere i connotati di un canale attraverso cui i suoi attivisti comunicano con il resto del mondo toccando in maniera provocatoria i temi di attualità più sensibili, il tutto all’insegna dell’assoluta libertà di parola. Ovviamente, il TGTM non è stato ben accolto dai media controllati dal PCC, i quali hanno accusato i traduttori anonimi di diffondere contenuti selezionati ad hoc, con lo scopo di istigare sentimenti anticinesi nel mondo occidentale.5)McCarthy, Simone, “China’s Pro-Russia Propaganda Exposed by Online Activists”, The Guardian, 10 maggio 2022. URL: https://www.cnn.com/2022/04/13/china/china-ukraine-great-translation-movement-intl-hnk-mic/index.html. Dalla natura fortemente provocatoria del movimento consegue che i contenuti divulgati siano talvolta caratterizzati dall’esagerazione e dal sensazionalismo, ma dopotutto non è alla funzione strettamente informativa che questi tweet aspirano. Attraverso la traduzione in inglese e in altre lingue, sia occidentali che asiatiche, il TGTM costruisce uno spazio “altro”, che sfugge – almeno in parte – alle norme che regolano il Web cinese, mantenendo però le sue fondamenta sul suolo virtuale della R.P.C. In questo senso, costituisce una forma di implementazione dei complessi meccanismi che regolano le interazioni fra traduzione, politica e società.

Fenomenologia del virtuale

Maurice Merleau-Ponty, nel suo saggio del 1945 Fenomenologia della percezione, esprime la sua concezione di spazio come risultato della percezione umana in rapporto al corpo del soggetto.6)Merleau-Ponty, Maurice. 2014 [1945]. Fenomenologia della percezione, trad. A. Bonomi (Milano: Bompiani, 2014 [1945]), versione e-book, “II, Lo spazio”. Una visione fenomenologica dello spazio sembrerebbe opporsi diametralmente all’immagine dello spazio “virtuale” che lo stesso corpo può elaborare. Tuttavia, se da un lato l’invenzione fantascientifica del Metaverso come realtà parallela, in cui i soggetti interagiscono sotto forma di avatar tramite la rete, può sembrare troppo distante dalla percezione dello spazio “autentico” e quindi liquidabile come interessante esperimento ludico, dall’altro, il fatto che le personalità in grado di influenzare le sorti del World Wide Web esprimano sempre più spesso il loro interesse nel costruirne una versione “reale” ci porta a mettere in discussione il concetto stesso di spazio e ci stimola a guardare con occhio diverso oltre le coordinate cartesiane.

Mai come durante la pandemia tutto il mondo ha percepito, più o meno contemporaneamente, la limitatezza dello spazio fisico e – per certi versi – anche di quello virtuale. La chiusura dei confini ha indubbiamente aperto molte possibilità in termini di alternative virtuali alle attività normalmente svolte nel mondo “reale” ma, allo stesso tempo, ha portato alla luce i difetti che scaturiscono da una percezione distorta dei fenomeni esperiti soltanto mediante la rete. In un momento in cui la Cina era difficilmente raggiungibile, tanto fisicamente quanto virtualmente, TGTM è riuscito nell’intento di creare uno spazio terzo, in grado di risolvere parzialmente questa dicotomia. Ciò che sembra configurarsi come evoluzione “antifenomenologica” del mondo che ci circonda realizza, nel virtuale, l’idea di spazio inizialmente concepita da Merleau-Ponty:

Abbiamo bisogno di un assoluto nel relativo, di uno spazio che non passi sopra le apparenze, che si ancori in esse e si faccia solidale con esse, ma che però non sia dato con esse alla maniera realista e possa […] sopravvivere al loro perturbamento.7)Ibid.

Proponendosi di aprire uno spiraglio attraverso cui poter cogliere la pluralità dell’espressione cinese, TGTM si nutre delle “apparenze” che animano la narrazione ufficiale e mira a portare a galla tutte le voci che le circondano, nonostante siano costantemente in balia del “perturbamento” causato dalla censura. Così facendo, la lingua diventa strumento di percezione e di attivismo.

I pro e i contro dell’attivismo online

TGTM non è il primo movimento a utilizzare la traduzione per fare attivismo online. Per esempio, Translating the printemps érable era un progetto di traduzione analogo, costituito da volontari, che aveva come obiettivo rendere disponibili a tutto il Canada le informazioni che circolavano in lingua francese in merito alle proteste studentesche esplose in Québec nel 2012. In quel caso, il movimento ebbe effettivamente successo e giocò un ruolo fondamentale laddove i media anglofoni non si erano dimostrati all’altezza della situazione, fornendo una copertura inadeguata degli eventi.8)Desjardins, Renée, Translation and Social Media: In Theory, in Training and in Professional Practice(London: Palgrave Macmillan, 2017), 26. Tuttavia, la questione è ancora dibattuta. Da un lato, c’è chi condanna queste pratiche additandole comeslacktivism, neologismo che fonde “attivismo” con “svogliatezza”, utilizzato per descrivere questo genere di movimenti limitati alla sfera di internet che sono in grado di far sentire bene chi vi prende parte ma che non hanno alcuna ricaduta sulla politica né sulla società.9)Mozorov, Evgeny, “The Brave New World Of Slacktivism”, Foreign Policy, 19 maggio 2009. URL: https://foreignpolicy.com/2009/05/19/the-brave-new-world-of-slacktivism/. Dall’altro, è stato riconosciuto che la traduzione può essere un modo efficace per dare voce alle minoranze e che i social media possono costituire un canale in grado di eludere la censura e, di conseguenza, giocare un ruolo importante nella resistenza contro i regimi oppressivi.10)Desjardins, Renée, Translation and Social Media, 26.

Effettivamente, sebbene sia comunque soggetto a censura, nella Cina di oggi internet rappresenta uno spazio discorsivo almeno parzialmente libero, in cui le informazioni riescono a circolare più facilmente rispetto ad altri canali di comunicazione, che sono controllati in maggior misura dal partito. Di conseguenza, la rete ha favorito l’attivismo, spesso mettendo in contatto i cinesi emigrati all’estero con i loro compatrioti in Cina e permettendo loro di unire le forze per sostenere determinate cause contro il governo.11)Han, Rongbin, Contesting Cyberspace in China: Online Expression and Authoritarian Resilience (New York: Columbia University Press, 2018), 4. Nel caso di TGTM, è difficile quantificare l’impatto di un movimento che è ancora molto recente e soprattutto che si sta evolvendo a grande velocità, ma ciò che lo rende particolarmente interessante è il momento storico in cui si colloca la sua nascita. Dopo più di due anni di distanza dall’inizio delle restrizioni anti-Covid, si è avvertito il bisogno di colmare la distanza che si era creata tra la R.P.C. e il resto del mondo, e una finestra sulla società cinese contemporanea, per quanto non priva di difetti, ha dato il proprio contributo nel tentativo di riequilibrare la prospettiva sulle ricadute sociali degli eventi che hanno interessato il paese. 

Dall’Ucraina alla “A4 revolution”

Per comprendere meglio il ruolo che sta assumendo TGTM, è utile ripercorrere alcune delle tappe che ne hanno segnato l’evoluzione, dalla sua comparsa fino ai tweet più recenti. I primi account creati su Reddit e, in seguito, su altri social network svolgono ormai soltanto una funzione di supporto e hanno il ruolo di dirottare gli utenti sull’account ufficiale ospitato su Twitter, pertanto l’analisi che segue sarà limitata ai contenuti pubblicati su quest’ultimo.

Tra i primi post di @TGTM_Official apparsi sulla piattaforma c’è una sorta di appello a tutti i lettori che invita a prendere parte al movimento specificando alcune linee guida da seguire. Innanzitutto, gli utenti vengono invitati a selezionare per la traduzione contenuti che abbiano una certa rilevanza, ovvero che abbiano ricevuto molti like o risposte. Questo perché parole estreme senza un seguito considerevole non si configurerebbero agli occhi del pubblico internazionale come rappresentative di una vera e propria tendenza all’interno del paese. Anche chi non ha il tempo o le capacità linguistiche per lavorare attivamente alla traduzione è incoraggiato a prendere parte al movimento, “taggando” e inoltrando contenuti interessanti e contribuendo così alla loro diffusione. Essendo agli albori dell’approdo su Twitter, questi primi post non hanno collezionato un gran numero di like  e retweet. Tuttavia, il movimento ha avuto un discreto successo nell’impostare correttamente la propria campagna di reclutamento, tant’è che l’account conta ormai quasi 2000 tweet e più di 230.000 follower. Nei giorni successivi all’apertura del nuovo profilo, gli attivisti di TGTM hanno tradotto vari tipi di contenuti quali post su Weibo, la piattaforma di microblogging cinese, commenti, schermate da video su TikTok ecc., tutti inerenti alla guerra in Ucraina e alla reazione della popolazione cinese davanti all’avanzata di Putin. Sebbene l’inglese sia la lingua verso la quale viene effettuata la maggior parte delle traduzioni di TGTM, le lingue coperte sono in realtà molte di più, anche se non rappresentate equamente, e tra queste figura anche l’italiano. Nel tweet riportato di seguito, TGTM traduce quelle che vengono presentate come delle direttive arrivate tramite una piattaforma social alla popolazione cinese di via Paolo Sarpi in merito al comportamento da adottare di fronte alle domande dei giornalisti sulla guerra in Ucraina.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Leggendo la traduzione, salta immediatamente all’occhio la differenza tra i contenuti del testo in italiano e il cinese riportato nell’immagine. Nella schermata si legge infatti soltanto l’invito a sottrarsi all’intervista nel caso in cui non si abbia “un quoziente intellettivo particolarmente alto”. È possibile che si tratti un errore nel riportare come immagine la porzione di testo effettivamente tradotta, ma risalire al contenuto originale, a distanza di tempo e senza i dovuti riferimenti, è un’operazione che rasenta l’impossibile. Il tweet ha ovviamente suscitato indignazione da parte dei lettori internazionali, che accusano l’intento di limitare la libertà di parola persino oltre i confini della R.P.C. In questo caso specifico, è però difficile dare un giudizio sulla legittimità dell’operazione portata avanti da TGTM. Nella breve descrizione dell’account, TGTM si dichiara “non responsabile dei contenuti originali”, ma, se questa è una precisazione doverosa nel momento in cui vengono volutamente riportati contenuti estremi, può diventare un’arma a doppio taglio laddove si rischia di dare diffusione a informazioni non attendibili o, comunque, non verificabili.

Altri tweet pubblicati da TGTM in quello stesso periodo mirano a tradurre vari commenti di basso livello di netizen cinesi – etichettati come “Chinazi” – che esprimono in modi poco ortodossi la loro vicinanza a Putin e persino il loro sostegno a una possibile guerra nucleare. Tuttavia, TGTM ha ben presto ampliato i temi affrontati, passando a tradurre contenuti riguardanti il lockdown di Shanghai, che ha avuto luogo anch’esso in quegli stessi giorni. Gli attivisti hanno tradotto post, immagini di cartelli e video amatoriali sulle modalità di attuazione della politica “Zero-Covid” a Shanghai, per testimoniarne le ripercussioni sulla popolazione cinese. In seguito, i filoni sono diventati sempre di più: la questione uigura, i test missilistici in Corea del Nord, la condizione delle comunità LGBTQ+, ma anche critiche al sistema di istruzione e altri argomenti sensibili. Talvolta, TGTM si è spinto oltre l’attività di traduzione attiva per fornirne una critica, evidenziando le discrepanze che sono apparse nelle traduzioni pubblicate dai media cinesi di articoli provenienti dalla stampa estera. Quello che era nato come progetto per smascherare l’immagine edulcorata fornita dal PCC della posizione della Cina in merito alla guerra in Ucraina ha quindi finito per costituire a tutti gli effetti uno spazio di denuncia, in grado di dare voce alle testimonianze che all’interno del Great Firewall non possono sperare di sopravvivere.

Durante le proteste contro la politica Zero-Covid che nelle ultime settimane del 2022 hanno scosso la Cina come non succedeva da decenni, l’account di TGTM era più attivo che mai. Dall’incendio di Urumqi ai cortei per le strade delle maggiori città della Cina, il movimento si è fatto carico di documentare tramite immagini e video sottotitolati e tradotti quella che ha preso il nome di “A4 Revolution”. I manifestanti hanno infatti fatto eco alle proteste contro il governo che hanno infiammato Hong Kong tra il 2019 e il 2020, utilizzando fogli bianchi per evitare di poter essere arrestati a causa degli slogan vietati dalla Legge sulla sicurezza nazionale.12)Yu, Verna, “‘This Feels so Much Like Hong Kong’: Territory’s Solidarity with Chinese Uprising”, The Guardian, 29 novembre 2022. URL: https://www.theguardian.com/world/2022/nov/29/this-feels-so-much-like-hong-kong-territorys-solidarity-with-chinese-uprising. Ed ecco che il cerchio sembra chiudersi: la traduzione riesce nell’intento di creare una nuova dimensione, nello scavalcare l’ostacolo della censura e mettere in comunicazione gruppi che uniscono le proprie forze per difendere la libertà, un desiderio talmente manifesto che non ha nemmeno più bisogno di essere espresso a parole.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il potere di uno screenshot

La rivoluzione digitale si fonda sulla convertibilità dei codici e la traduzione costituisce un ottimo punto di partenza per analizzare gli effetti delle metamorfosi sulle lingue, le società e le culture nell’era della convertibilità.13)Cronin, Michael, Translation in the Digital Age (London and New York: Routledge, 2013), 3. Non si può prevedere in che misura Elon Musk riuscirà a fare di Twitter una piattaforma con cui poter fare tutto in assoluta libertà, ma è chiaro che, per il momento, il social network è in grado di fornire a TGTM una scappatoia attraverso cui eludere la sorveglianza cinese e ritagliare uno spazio in cui esprimere liberamente la propria opinione. Le traduzioni di TGTM meritano indubbiamente un’analisi più approfondita che possa cogliere come la trasposizione linguistica di un contenuto sensibile sia in grado di modulare l’ideologia criptata nel messaggio. Tuttavia, nel contesto iper-digitalizzato in cui si colloca il movimento, l’autorialità – degli originali e delle traduzioni – passa in secondo piano rispetto all’impatto dell’operazione comunicativa nel suo complesso. L’attivismo online è fondamentalmente di matrice culturale e si nutre di simboli, retorica, immagini e suoni,14)Yang, Guobin, The Power of the Internet in China. Citizen Activism Online (New York: Columbia University Press, 2009), 14. perciò è sulla valenza culturale del movimento che è utile indagare per determinarne, in futuro, il successo. Qual è la Cina che il movimento mette di fronte ai suoi lettori? A questo proposito, è utile citare un’altra riflessione di Merleau-Ponty:

Per il soggetto pensante, un volto visto ‘dal diritto’ e il medesimo visto ‘dal rovescio’ sono indiscernibili. Per il soggetto della percezione, il volto visto ‘dal rovescio’ è irriconoscibile.15)Merleau-Ponty, Maurice, Fenomenologia della percezione, “II, Lo spazio”.

Le “fotografie” della Cina diffuse da TGTM provocano un accavallamento del soggetto pensante e del soggetto della percezione, fornendo immagini diritte e rovesce, agendo sulla percezione dei contrasti tra le parti per stimolare la riflessione sulla complessità del tutto. Lo spazio virtuale così creato diventa un simbolo, una proiezione dello spazio concreto che rimarrebbe altrimenti oscurato. Tale proiezione è ben lungi dall’essere perfetta in quanto si ancora a un terreno particolarmente sdrucciolevole: molti dei materiali selezionati per la traduzione da TGTM sono destinati a scomparire per mano della censura nel giro di pochissimo tempo. A fare fede restano quindi dei semplici screenshot, con tutti i loro limiti, a tentare di attraversare il Great Firewall per sfidare l’ideologia dominante e denunciarne gli estremismi.

Codeluppi The great translation movement PDF

Immagine: Post da The Great Translation Movement, Twitter.

Martina Codeluppi è ricercatrice presso l’Università degli Studi dell’Insubria, dove insegna lingua e cultura cinese. Ha ottenuto il Dottorato di ricerca in letteratura cinese contemporanea presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, in cotutela con l’Université Sorbonne Nouvelle di Parigi. I suoi principali ambiti di ricerca sono la letteratura cinese delle migrazioni e la letteratura Sinofona contemporanea. È autrice della monografia intitolata Fictional Memories: Contemporary Chinese Literature and Transnationality, pubblicata nel 2020 da L’Harmattan, e traduttrice di racconti e romanzi di diversi autori cinesi contemporanei.

References
1 Milmo, Dan, “Elon Musk Reinstates Donald Trump’s Twitter Account After Taking Poll”, The Guardian, 20 novembre 2022. URL: https://www.theguardian.com/us-news/2022/nov/20/twitter-lifts-donald-trump-ban-after-elon-musks-poll, consultato il 6 dicembre 2022.
2 Halpert, Madeline, “If Musk Turns Twitter into X—His ‘Everything App’—Here’s What It Might Look Like”, Forbes, 5 ottobre 2022. URL: https://www.forbes.com/sites/madelinehalpert/2022/10/05/if-musk-turns-twitter-into-x-his-everything-app—heres-what-it-might-look-like/?sh=4afc69fbd3d9, consultato il 6 dicembre 2022.
3 Liu Wen 刘文, “Da fanyi yundong: gaosu shijie Zhongguo ren zenme kan zhanzheng” 大翻译运动:告诉世界中国人怎么看战争” [The Great Translation Movement: dire al mondo cosa pensano i cinesi della guerra], Deutsche Welle, 12 marzo 2022. URL: https://www.dw.com/zh/大翻译运动告诉世界中国人怎么看战争/a-61105169. Salvo diversa indicazione, tutte le traduzioni sono dell’autrice.
4 Dasgupta, Saibal, “Ukraine Invasion Sparks Controversial Commentary on Chinese Social Media”, Voice of America, 2 marzo 2022. URL: https://www.voanews.com/a/ukraine-invasion-sparks-controversial-commentary-on-chinese-social-media-/6467187.html.
5 McCarthy, Simone, “China’s Pro-Russia Propaganda Exposed by Online Activists”, The Guardian, 10 maggio 2022. URL: https://www.cnn.com/2022/04/13/china/china-ukraine-great-translation-movement-intl-hnk-mic/index.html.
6 Merleau-Ponty, Maurice. 2014 [1945]. Fenomenologia della percezione, trad. A. Bonomi (Milano: Bompiani, 2014 [1945]), versione e-book, “II, Lo spazio”.
7 Ibid.
8 Desjardins, Renée, Translation and Social Media: In Theory, in Training and in Professional Practice(London: Palgrave Macmillan, 2017), 26.
9 Mozorov, Evgeny, “The Brave New World Of Slacktivism”, Foreign Policy, 19 maggio 2009. URL: https://foreignpolicy.com/2009/05/19/the-brave-new-world-of-slacktivism/.
10 Desjardins, Renée, Translation and Social Media, 26.
11 Han, Rongbin, Contesting Cyberspace in China: Online Expression and Authoritarian Resilience (New York: Columbia University Press, 2018), 4.
12 Yu, Verna, “‘This Feels so Much Like Hong Kong’: Territory’s Solidarity with Chinese Uprising”, The Guardian, 29 novembre 2022. URL: https://www.theguardian.com/world/2022/nov/29/this-feels-so-much-like-hong-kong-territorys-solidarity-with-chinese-uprising.
13 Cronin, Michael, Translation in the Digital Age (London and New York: Routledge, 2013), 3.
14 Yang, Guobin, The Power of the Internet in China. Citizen Activism Online (New York: Columbia University Press, 2009), 14.
15 Merleau-Ponty, Maurice, Fenomenologia della percezione, “II, Lo spazio”.