Teng Ai (Shandong, 1989) vive e lavora a Firenze. Educata sin dall’infanzia alla pittura tradizionale cinese, studia e si laurea alla Central Academy of Fine Arts di Pechino nel 2012 e all’Accademia di Belle Arti di Firenze nel 2017. La sua pratica artistica, declinata tramite linguaggi diversi, ruota attorno alla poesia e al segno, all’equilibrio tra tradizione estetica cinese ed espressività artistica contemporanea.

Nel 2019 realizza un progetto fotografico ispirato dalla frequentazione della chinatown pratese, il Macrolotto Zero situato attorno a Via Pistoiese. In questo spazio sociale inedito, un altrove temporale che ricorda la Cina della sua infanzia, realizza una performance, sorta di vacanza nel tempo passato, presentata con una serie di fotografie intitolata “Vacanze pratesi”.

Teng Ai, Vacanze pratesi, 2019.

L’accelerazione del tempo storico, che nella sua terra natale ha separato di netto il presente e il passato, è come se non avesse toccato persone e luoghi nella realtà sino-pratese: secondo Teng infatti, a Prato ci sono persone che vivono come “congelate nel tempo”, ancora alla maniera dei cinesi arrivati qui negli anni Novanta.

Teng si amalgama con la gente del Macrolotto Zero creando degli scatti narrativi che realizzano un racconto romantico e nostalgico della vita in Via Pistoiese. Scatti che raccontano i gesti della vita quotidiana, il lavoro, la socializzazione, la condivisione, lo studio, la preghiera, la cura di sé. Al di là della finzione artistica, ogni personaggio interpreta con grande serietà il ruolo che gli è dato, vivendolo con convinzione, come nel teatro della vita: amaro e dolce insieme.

Teng Ai, Vacanze pratesi, 2019.

Appartengono a quei giorni anche due fotografie relative alla ricerca poetica di Teng Ai. In entrambe, l’artista è sola, in primo piano, la sua immagine è sfocata, evanescente; sullo sfondo un muro bianco, malconcio, con scritte in caratteri, numeri di telefono e disegni infantili. Il luogo è dismesso, in fase di ristrutturazione, la maggior parte delle scritte sul muro sono poesie.

Teng presta la sua immagine, non più individuo, ma rappresentazione del migrante, del lavoratore, dà voce a coloro che sono passati di lì, che hanno vissuto temporaneamente in quel luogo, lasciando una traccia.

Teng Ai, Senza titolo (poesie), 2019

Testi sullo sfondo (Traduzioni di Teng Ai):

 “Abituato a rigirarmi nel letto
a notte fonda
la mia anima si rigira senza motivo
nella città natale
mi avvolgo nelle coperte per
mandare via il freddo
il filo di luce della finestra
mi spinge ad alzarmi”

24 dicembre 2001

Acqua

* *  *

Sorellina ragazzina sei in cima al mio letto
Shaolin sopra tira     Shaolin si sdraia a letto
sorellina ragazzina sopra dondola
si strusciano insieme sopra il letto
felici felici
il nostro amore sopra il letto
felici felici

*  * *

nostalgia

* *  *

Teng Ai, Senza titolo (poesie), 2019

Ho visto solo un monaco pelato venire a lavarsi i capelli
non ho visto la mucca e la capra venire a mangiare l’erba
un anno quattro stagioni
l’acqua sempre scorre
tre piedi sopra la terra c’è un fiume

* * *

chi vince diventa re chi perde diventa schiavo

* *  *

Scheda a cura di Silvia Vannacci

Silvia Vannacci, curatrice ed esperta di arte contemporanea cinese, vive e lavora a Shanghai dal 2014. Nel 2019 fonda Contemporary Matters: un progetto di curatela, consulenza e produzione artistica, specializzato in arte contemporanea cinese. Insieme alla coreografa americana Anneliese Charek, è co-fondatrice del project space :: home :: un centro indipendente per le arti performative nel cuore di Shanghai.

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Immagine: foto di Teng Ai