A partire dal 2013, il Presidente cinese Xi Jinping ha a più riprese utilizzato lo slogan “Raccontare bene la storia / le storie della Cina” (Jiang hao Zhongguo gushi 讲好中国故事). Si tratta di una formula in cui il termine hao 好 (buono, bene) fornisce la chiave interpretativa dell’intera locuzione: esso definisce infatti la corretta modalità attraverso cui presentare le “storie cinesi” alle audience nazionali e internazionali, mettendo in luce, di fatto, quella dimensione strategica connaturata alla narrazione e funzionale a favorire la diffusione di un’immagine “positiva” (zhengmian 正面) della Repubblica Popolare Cinese (RPC), soprattutto in chiave nazionalista.

Alla logica della “buona narrazione” non è certamente sfuggito il racconto dell’avventura cinese nello spazio extra-atmosferico, uno degli ambiti più rappresentativi delle capacità tecnologiche raggiunte dalla Cina negli ultimi decenni. A partire dal 2013, in particolare, il discorso ufficiale formulato dai media statali su tale tematica si è arricchito della retorica del “Sogno spaziale” (Hangtian meng 航天梦),1)Xi Jinping yinling Hangtian meng zhutui Zhongguo meng习近平引领航天梦助推中国梦 [Xi Jinping guida il Sogno spaziale a sostegno del Sogno cinese], Renmin wang 人民网, 15 settembre 2016. attraverso cui i successi finora conseguiti e i futuri progetti di esplorazione del cosmo sono stati congiuntamente utilizzati dalla propaganda nazionalista al fine di rafforzare l’orgoglio e la fierezza patriottica della popolazione e, di riflesso, la lealtà nei riguardi del Partito Comunista Cinese (PCC), principale interprete dei sogni spaziali nazionali.

Allo stesso tempo però, la narrazione positiva di tali progetti si è rivelata altamente funzionale a diffondere, presso le audience straniere, l’immagine di una potenza tecnologicamente avanzata, matura e responsabile, in grado di abbinare all’ascesa nello spazio extra-atmosferico il rispetto del principio di esplorazione e utilizzo pacifico dello stesso. Si tratta di una autorappresentazione evidentemente contrapposta alla tesi della “minaccia spaziale cinese” – il paradigma interpretativo connesso ai rischi di militarizzazione, di trasferimento illecito di tecnologie, spionaggio e furto di segreti militari che ha finora dominato la letteratura statunitense sui piani spaziali di Pechino.2)Tra i tanti cfr. Ashley J. Tellis, “China’s Military Space Strategy”, Survival, 49, 3, 2007, 41-72; Jeff Kueter, “China’s Space Ambitions and Ours”, The New Atlantis, 16, 2007, 7-22.

È bene notare fin da subito, però, che la diffusione di una “buona storia” dei progetti extra-atmosferici, tanto all’interno quanto all’esterno dei confini nazionali, è un’operazione inevitabilmente influenzata da un certo grado di “imprevedibilità” tecnologica, che pone le missioni mai del tutto a riparo da probabili incidenti di percorso, più o meno gravi, e potenzialmente in grado di intaccare l’immagine di nazione tecnologicamente avanzata che la Cina intende proiettare di sé al mondo esterno. Come ogni avventura cosmica infatti, anche quella cinese è costellata da missioni fallite, lanci abortiti o rientri incontrollati di oggetti spaziali in atmosfera.

D’altronde, gli osservatori del programma spaziale cinese sono avvezzi a immagini e brevi filmati di razzi esplosi o precipitati sui tetti delle abitazioni collocate nelle vicinanze dei principali cosmodromi della RPC: da questo punto di vista, l’incidente Intelsat-708 del febbraio 1996 ha rappresentato solo l’episodio più noto di una serie di sinistri che hanno coinvolto l’industria aerospaziale del Paese.3)Per approfondire sull’incidente cfr. Chen Lan, “Mist around the CZ-3B disaster”, Go Taikonauts!, 8, 2013, 7-14. Si tratta, spesso, di incidenti di poco conto, la cui notizia circola online tra un circoscritto pubblico di specialisti o appassionati di astronautica, ma anche di episodi di più vasta portata, che coinvolgono un’ampia parte del globo, ma che, ciononostante, non vengono commentati dalle autorità cinesi e passano quasi del tutto inosservati anche sulle testate straniere. Ne è un esempio la caduta incontrollata di alcuni frammenti del razzo Lunga Marcia-5B, precipitati nel 2020 in alcune zone della Costa d’Avorio: una notizia poco presente sulle pagine dei nostri giornali concentrati sulla gestione dell’epidemia covid-19.4)Sulla questione è tuttavia intervenuto l’attuale amministratore della NASA Jim Bridenstine, criticando duramente la Cina. Cfr. Jeff Foust, “Bridenstine criticizes China for uncontrolled rocket reentry”, Spacenews, 16 maggio 2020.

Capita talvolta, però, che alcuni “insuccessi” aerospaziali si impongano nell’agenda-setting mediatica,5)Sulla teoria dell’agenda-setting cfr. Donella Antelmi, Il discorso dei media (Roma: Carocci, 2006). divenendo oggetto di una vera e propria lotta discorsiva tra Pechino e l’Occidente. È proprio questo, ad esempio, il caso di un episodio verificatosi nel marzo del 2018: il rientro incontrollato in atmosfera terrestre del veicolo spaziale Palazzo Celeste-1 (Tiangong yi hao 天宫一号).

Il presente saggio si propone di mettere in evidenza la narrazione formulata rispetto a tale evento dai media cinesi confrontandola con quella contrapposta dei media occidentali. A tal fine, la disamina qui proposta prenderà spunto da alcuni assunti interpretativi della politologa Laura Roselle (Università di Elon) che, anche se originariamente riferiti alle modalità di narrazione del fallimento all’interno delle operazioni di guerra, possono essere per certi aspetti applicati anche all’indagine della comunicazione del rientro incontrollato del Tiangong-1.6)Laura Roselle, Media and the Politics of Failure: Great Powers, Communication Strategies, and Military Defeats (New York: Palgrave Macmillan, 2006). Nel suo esame, la studiosa illustra come la gestione mediatica della débâcle bellica richieda, allo Stato vinto, un attento ed efficace sforzo comunicativo, volto a far fronte all’imbarazzo provocato dalla sconfitta subita; uno sforzo, quest’ultimo, il cui risultato sarà ampiamente influenzato dall’“identità nazionale”, dal “grado di accesso ai media” da parte del narratore, dalle “tecniche comunicative” cui egli deciderà di ricorrere e dalla reputazione di cui il Paese gode presso le audience internazionali.

In tale prospettiva, il rientro incontrollato del Tiangong-1 potrebbe essere interpretato come una “sconfitta” tecnologica della Cina popolare, camuffata, dai media statali cinesi, da successo spaziale in grado di rafforzare la coesione identitaria nazionale, attraverso un’operazione comunicativa di più facile esecuzione in patria – grazie al controllo vigente sul sistema mediatico – ma di più complessa attuazione nel contesto internazionale, dove ha invece prevalso una narrazione dei rischi connessi all’evento.

La narrazione occidentale del rientro del Tiangong-1

Come si ricorderà, la discesa incontrollata del Tiangong-1 suscitò il forte interesse della stampa italiana e anglosassone, ricevendo un’ampia copertura mediatica. La particolare attenzione riservata all’evento da parte dei mezzi di informazione occidentali era da ricollegarsi alla diramazione di un’allerta precauzionale, dovuta all’impossibilità di prevedere, se non con un anticipo di poche ore, l’esatto momento e il preciso luogo in cui il Tiangong-1 avrebbe impattato con l’atmosfera terrestre. In base alle stime, il rientro si sarebbe potuto verificare in una fascia compresa tra il 43° parallelo nord e il 43° parallelo sud, un’area estremamente ampia, che coinvolgeva, in parte, anche il nostro Paese, dalla Liguria fino al Sud Italia.7)Rientro stazione spaziale cinese. Italia confermata tra i possibili scenari”, Protezionecivile.gov, 30 marzo 2018. Il monitoraggio dell’evoluzione orbitale del veicolo e il calcolo delle finestre di incertezza erano di competenza, negli Stati Uniti, del Joint Force Space Component Command (JFSCC),8)Cfr. Cody Chiles, “JFSCC tracks Tiangong-1’s reentry over the Pacific Ocean”, Air Force Space Command, 1 aprile 2018. in coordinamento con le varie unità di sorveglianza attive in molti Paesi, tra cui l’Italia, dove era stato istituito un tavolo tecnico presso il Dipartimento della Protezione Civile.9)Cfr. “Rientro stazione spaziale cinese. Nuova riunione del tavolo tecnico”, Protezionecivile.gov, 29 marzo 2018.

Nonostante le probabilità di essere colpiti da un frammento fossero infinitesimamente basse, nel nostro Paese, le giornate precedenti la discesa del Palazzo Celeste-1 furono segnate, oltre che dall’ironia del web,10)Cfr. “L’ironia su Twitter per la stazione spaziale cinese precipitata”, skytg24, 2 aprile 2018. anche dalla pubblicazione di numerosi articoli volti a impressionare il lettore, esagerando i pur seri e autentici rischi dell’evento. La percezione di una minaccia incombente era amplificata in titoli a tratti sensazionalistici che ricordavano come ci fosse una “navicella”, un “satellite” o una “stazione spaziale” del peso di 8,5 tonnellate completamente “alla deriva”,11)Stazione spaziale cinese alla deriva, la Protezione civile: «Frammenti potrebbero cadere sull’Italia»”, Corriere della Sera, 23 marzo 2018. un oggetto “impazzito”,12)Valentina Errante, “Navicella Tiangong impazzita verso la Terra, 40 minuti per salvarsi: le avvertenze della Protezione civile”, Il Messaggero, 24 marzo 2018. “fuori controllo”,13)Corrado Zunino, “Tiangong-1, caccia al modulo cinese fuori controllo. In Italia intercettate le ‘curve di luce’”, La Repubblica, 13 febbraio 2018. pronto a “schiantarsi”14)Enrico Cicchetti, “Cosa sappiamo della stazione spaziale cinese che sta per schiantarsi sulla Terra”, Il Foglio, 23 marzo 2018. sull’Italia e i cui “frammenti infuocati” avrebbero potuto colpire diverse città della penisola: da qui l’urgenza di fornire indicazioni su “come proteggersi”,15)Noemi Penna, “La Stazione spaziale cinese sta cadendo sulla Terra e i frammenti potrebbero colpire l’Italia”, La Stampa, 23 marzo 2018. poiché si sarebbero avuti soltanto “40 minuti per salvarsi”.16)Errante, “Navicella Tiangong impazzita verso la Terra”.

Ma la narrazione dei momenti finali della deorbitazione del Tiangong-1 era solo l’ultimo capitolo di una più lunga saga, che aveva catturato l’attenzione internazionale fin dal marzo 2016, quando la Cina aveva dapprima diffuso la notizia dell’interruzione della ricezione dei dati telemetrici da parte del centro controllo missione, e poi annunciato, nel settembre dello stesso anno, il rientro del Tiangong-1 per la fine del 2017.17)Si trattava di una stima del tutto provvisoria, data l’impossibilità di indicare una data esatta per il rientro del veicolo.

Implicita, nelle dichiarazioni cinesi, era la conferma di un rientro di fatto impossibile da controllare, secondo quanto già ipotizzato da tempo da diversi osservatori internazionali, ma mai confermato dalle autorità di Pechino.18)Tra questi ricordiamo l’astrofisico Jonathan McDowell. L’annuncio del settembre del 2016, pertanto, attrasse ben presto l’attenzione della stampa anglosassone, che parlò di una stazione spaziale out of control (fuori controllo)19)Harry Cockburn, “China’s space station ‘out of control’ and on crash course to Earth”, The Independent, 21 settembre 2016; Tom Phillips, Malkin, “China’s Tiangong-1 space station ‘out of control’ and will crash to Earth”, The Guardian, 21 settembre 2016. – un termine, quest’ultimo, che i rappresentanti cinesi si erano invece ben guardati dall’adoperare, e il cui utilizzo da parte dei media occidentali scatenò, come si dirà meglio nelle prossime pagine, una dura reazione da parte di Pechino.

La narrazione cinese sul rientro del Tiangong-1

Nel 2016, la notizia dell’interruzione delle comunicazioni con il Tiangong-1 ricevette una scarsa copertura da parte dei media cinesi, concentrati, relativamente alle tematiche spaziali, sull’allora imminente lancio del laboratorio orbitante Palazzo Celeste-2 (Tiangong er hao天宫二号). Gli articoli pubblicati dalle principali testate statali si erano limitati a rivolgere dei messaggi piuttosto rassicuranti circa le condizioni del veicolo,20)Tiangong yi hao wancheng shiming yuji 2017 nian xiabannian yunluo天宫一号完成使命预计2017年下半年陨落 (Il Tiangong-1 ha completato la sua missione storica, cadrà nella seconda metà del 2017), Xinhua wang 新华网, 14 settembre 2016. riprendendo le poche informazioni diffuse attraverso i comunicati della vicedirettrice dell’Ufficio Progetti Spaziali con Equipaggio (China Manned Space Engineering Office – CSMEO) Wu Ping.21)L’Ufficio è noto in lingua cinese come Zhongguo zairen hangtian gongcheng bangongshi 中国载人航天工程办公室.

Tra il maggio 2017 e il marzo 2018 poi, la Cina fece pervenire all’ONU tre note verbali con cui sottolineò come il Tiangong-1 fosse posto sotto costante e stretta sorveglianza, ribadendo inoltre l’impegno cinese a rafforzare il monitoraggio del mezzo e i meccanismi di diffusione delle informazioni che lo riguardavano: queste sarebbero state postate sul sito del CMSEO in lingua inglese e cinese; inoltre, ulteriori avvisi circa la fase di decadimento orbitale sarebbero stati diramati attraverso i media ufficiali.22)Note verbale dated 4 May 2017 from the Permanent Mission of China to the United Nations (Vienna) addressed to the Secretary-General”, 10 maggio 2017, A/AC.105/1150; “Note verbale dated 8 December 2017 from the Permanent Mission of China to the United Nations (Vienna) addressed to the Secretary-General”, 12 dicembre 2017, A/AC.105/1150/Add.1; “Note verbale dated 26 March 2018 from the Permanent Mission of China to the United Nations (Vienna) addressed to the Secretary-General”, 27 marzo 2018, A/AC.105/1150/Add.2.

Tuttavia, nei mesi ormai prossimi al rientro, la concentrazione dell’attenzione mediatica internazionale sul rientro del veicolo, costrinse i media di Pechino a intervenire in maniera più incisiva nel dibattito in corso, al fine di contrastare la narrazione della stampa estera. Innanzitutto, i toni eccessivamente allarmistici di una parte dei media occidentali offrirono un ottimo pretesto alla RPC per accusare le testate straniere di mancanza di professionalità. A tal proposito, diversi articoli pubblicati sul quotidiano in lingua inglese Global Times criticarono duramente il linguaggio dei mezzi di informazione stranieri che, sebbene non avessero del tutto inventato la vicenda, avevano però trasformato un oggetto destinato a rientrare in atmosfera in un mezzo fuori controllo, che avrebbe addirittura messo a rischio la popolazione.23)Cfr. “Falling Tiangong-1 will not cause damage to Earth: scientist”, Global Times, 12 marzo 2018; Liu Yang, Sha Jie, “China’s 1st space lab splashdown under control: scientists”, Global times, 4 gennaio 2018; Liu Yang, Deng Xiaoci, “China’s Tiangong-1 space lab could reenter Earth as soon as Sunday: authorities”, Global Times, 29 marzo 2018. Simili considerazioni sonoapparse anche nell’edizione cinese del Global Times: “Tiangong yi hao jiang ‘shikongzhuang xiang’ diqiu? Zhuanjia: yaochuan” 天宫一号将失控撞向地球? 专家: 谣传 [Il Tiangong-1 colliderà in maniera incontrollata con la Terra? Gli esperti: dicerie], Huanqiu wang 环球网, 4 gennaio 2018. Per il Global Times invece, il Tiangong-1 continuava a “orbitare in condizioni stabili” (orbiting in stable condition) e il suo rientro non avrebbe causato alcun danno (will not cause damage to Earth). Esso, piuttosto, sarebbe “caduto, in mare, in un’area designata” (will fall into a designated area in the sea), “senza mettere in pericolo la Terra” (without endangering the Earth).24)“Falling Tiangong-1 will not cause damage”.

Tali articoli sottolineavano inoltre come soltanto delle piccole parti non incenerite avrebbero potuto raggiungere il suolo, minimizzando i rischi della caduta ed escludendo la presenza di materiali tossici in grado di provocare ulteriori danni (the reentry process will not produce any toxic substances).25)Liu, Sha, “China’s Tiangong-1 space lab”. Era chiaro, pertanto, quanto i media occidentali “provassero invidia” (to envy) per il programma spaziale cinese, tanto da “gettare fango” (to sling mud) e “montare un caso” (to hype) sul rientro del Tiangong-1.26)Zhao Yusha, “Foreign media envy China’s fast-growing space program: Chinese analysts”, Global Times, 1 aprile 2018.

Nonostante l’Occidente mancasse di una visione oggettiva nei confronti della Cina – concludeva il Global Times – essa avrebbe invece saputo dimostrare ancora una volta le proprie capacità. Tale posizione venne ribadita nell’aprile 2018, quando, forte dell’ormai avvenuto rientro del Tiangong-1, precipitato nell’Oceano Pacifico senza conseguenze, anche l’edizione online in lingua inglese del Quotidiano del Popolo (People’s Daily) poté asserire con sprezzo come “ad essere fuori controllo fossero soltanto le speculazioni dei mezzi di informazione occidentali”.27)Curtis Stone, “Tiangong-1 space lab crash theory has collapsed”, People’s Daily, 2 aprile 2018. La notizia compare anche nell’edizione cinese del Quotidiano del Popolo: Shi Feiran 石斐然, “Tiangong yi hao anquan shaoshi xiaohui. Zhuangji diqiu guai lun huazuo qing yan天宫一号安全烧蚀销毁撞击地球怪论化作青烟 [Il Tiangong-1 si è disintegrato in sicurezza, mandando in fumo le teorie secondo cui avrebbe colpito la Terra], Renmin wang 人民网, 3 aprile 2018.

I media cinesi però non si limitarono alla sola critica del linguaggio utilizzato nelle ricostruzioni straniere; a queste ultime, infatti, la RPC contrappose una vera e propria narrazione trionfalistica del tramonto del Palazzo Celeste-1. D’altronde, già nel 2016, quando la vicedirettrice del CMSE Wu Ping aveva confermato la notizia del rientro del Tiangong-1, ella, allo stesso tempo, ne aveva entusiasticamente dichiarato conclusa la sua “missione storica” (lishi shiming 历史使命).28)“Tiangong yi hao wancheng shiming”.

Obiettivo di tale narrazione trionfalistica era, in primo luogo, quello di rendere accettabili, per le audience interne, le difficili fasi finali di una rocambolesca deorbitazione, divenuta ormai oggetto di discussione anche nel cyberspazio domestico. La notizia del rientro, infatti, stava suscitando l’interesse dei netizens cinesi, divisi tra quanti si dimostravano scettici sulla versione fornita dalle autorità e chi invece sembrava appoggiare la narrazione ufficiale.29)Zoey Chong, “China’s Internet is divided over doomed satellite Tiangong-1”, Cnet, 28 marzo 2018. Questi ultimi, in particolare, favorirono la condivisione di diversi articoli di propaganda che, ricorrendo a un sensazionalismo opposto rispetto a quello dei media occidentali, celebravano il “ritorno” (huigui 回归) del veicolo, con slogan come il “Tiangong-1 finalmente torna a casa” (Tiangong yi haozhongyu huijia le 天宫一号终于回家了) o “Bentornato a casa Tiangong-1!” (huanying huijia Tiangong yi hao 欢迎回家天宫一号).30)Tra i tanti cfr. “Huangying huijia,Tiangong yi hao! Weilai ni hao, Zhongguo kongjianzhan!欢迎回家,天宫一号!未来你好,中国空间站![Bentornato a casa Tiangong-1! Diamo il benvenuto al futuro: la stazione spaziale cinese!], Huanqiu wang 环球网, 1 aprile 2018; “Kuaixun! Tiangong yi hao zhuiluo nan Taipingyang zhongyu huijia le快讯!天宫一号坠落南太平洋终于回家了 [Flash: Il Tiangong-1 è finalmente tornato a casa cadendo nell’Oceano Pacifico Meridionale], Wanwei duzhe wang 万维读者网, 1 aprile 2018.

Solo all’indomani dell’avvenuto rientro però, il Quotidiano del Popolo poté salutare, con toni ancora più roboanti, il “perfetto inchino finale” (wanmei xiemu 完美谢幕) di un manufatto tecnologico destinato a rientrare, accanto al satellite L’Oriente è Rosso-1 (Dongfang hong yi hao 东方红一号), alle navette Shenzhou 神舟 o alle sonde lunari Chang’e 嫦娥, nella rosa dei manufatti tecnologici assurti a simbolo delle grandi capacità spaziali della nazione.31)Cfr. “Tiangong yi hao Tianwai guilai” 天宫一号天外归来 [Il Tiangong-1 ritorna dallo spazio], Renmin ribao 人民日报, 3 aprile 2018, 12; Pan Xutao 潘旭涛, “Tiangong yi hao wanmei xiemu. Zhongguo yingjie kongjian zhan shidai天宫一号完美谢幕. 中国迎接空间站时代 [Il perfetto inchino finale del Tiangong-1. La Cina dà il benvenuto all’epoca della stazione spaziale], Renmin wang 人民网, 3 aprile 2018. L’avvenuta deorbitazione del Palazzo Celeste-1 fu così rappresentata come l’atto finale di uno spettacolo tecnologico, il momento conclusivo di una vera e propria messa in scena spaziale costruita, fin dal suo avvio, ricorrendo agli elementi della cultura cinese tradizionale, laddove anche la scelta del nome del veicolo – riconducibile alle avventure dello Scimmiotto nel classico “Viaggio in Occidente” (Xiyouji 西游记) –32)Il riferimento è alle vicende che nel quarto capitolo del romanzo coinvolgono lo Scimmiotto Sun Wukong, il quale, dopo aver ottenuto dall’Imperatore di Giada l’infimo titolo di “supervisore delle stalle imperiali” (bi ma wen 弼马温) è intenzionato a creare grande scompiglio (danao 大闹) presso il Palazzo Celeste (Tiangong 天宫). o la cura dei colori per gli interni della navetta – ocra per il pavimento, a simboleggiare la “terra” (di 地), e grigio cenere per il soffitto a indicare il “cielo” (tian 天) –33)Li Chengzhi 李成智, Zhongguo hangtian keji chuangxin 中国航天科技创新 [L’innovazione delle tecnologie spaziali cinesi] (Jinan: Shangdong Jiaoyu Chubanshe, 2015), 174. sembravano avere avuto l’obiettivo di contribuire alla riuscita di una perfetta rappresentazione operistica.34)Il carattere operistico del programma spaziale cinese è stato in passato evidenziato da Stacey Solomone, “The Culture of China’s Space Program: A Peking Opera in Space”, Journal of Futures Studies, 11, 1, 2006, 43 – 58.

La narrazione propagandistica del rientro del Palazzo Celeste-1, però, non andrebbe esclusivamente interpretata come il contingente tentativo dei media di Partito di salvaguardare, a livello domestico, la reputazione di “grande Paese nell’aerospazio” (hangtian daguo 航天大国), difendendosi dagli attacchi dei media esteri.35)Si noti come la Cina si consideri oramai un “grande Paese nell’aerospazio” (hangtian daguo 航天大国), ma non ancora un “forte paese nell’aerospazio” (hangtian qiangguo 航天强国) – obiettivo, quest’ultimo, che Xi Jinping si è prefissato di realizzare nella “nuova era” (xin shidai 新时代). Essa, infatti, andrebbe anche letta in continuità con il più ampio discorso di natura strategica elaborato dalla RPC relativamente al progetto di realizzazione di una propria futura stazione orbitante; un discorso, quest’ultimo, rivolto in larga parte al pubblico estero e funzionale a favorire l’ascesa spaziale cinese a livello internazionale.

La narrazione dei momenti conclusivi della missione Tiangong-1 mise infatti innanzitutto in evidenza come la discesa del veicolo non avesse rappresentato una tappa conclusiva, ma un punto d’arrivo intermedio in un percorso molto più complesso e articolato, finalizzato alla realizzazione di un avamposto permanente in orbita bassa.36)Shan Jie, “Tiangong-1 achieved milestone in history of aerospace: expert”, Global Times, 2 aprile 2018. In occasione del rientro del Palazzo Celeste-1 venne infatti ricordato come le operazioni effettuate da quest’ultimo costituissero solo una parte della seconda fase del “Progetto 921” (921 gongcheng 921 工程) – il piano approvato nel 1992 e dedicato all’implementazione di un programma di voli con equipaggio umano.37)Deng Xiaoci, “China space laboratory expected to fall at month’s end”, Global Times, 26 marzo 2018; Shan, “Tiangong-1 achieved milestone”.

Più in dettaglio, il compito del Tiangong-1 era stato quello di consentire delle manovre di rendez-vous e attracco (docking): a tal proposito, è bene tenere presente che il Palazzo Celeste-1 non era stato concepito come una “stazione spaziale” kongjianzhan 空间站 / taikong zhan 太空站, ma piuttosto come un mubiao feixingqi 目标飞行器, un “veicolo-target”, destinato cioè a fungere da destinazione di volo delle navette Shenzhou. Esso, in altre parole, non aveva costituito un sistema di tipo polimodulare, con più porte di attracco, atto a ospitare astronauti per lunghi periodi di permanenza in orbita, ma solo un mezzo designato per testare le capacità di aggancio delle capsule Shenzhou, in vista dell’assemblaggio di una futura vera e propria stazione. Tali capacità furono infatti messe alla prova con successo nel settembre del 2011, quando il veicolo venne raggiunto dalla Shenzhou-8 (Shenzhou ba hao 神舟八号) con un attracco automatico, e poi ancora nel 2012 e nel 2013, durante gli approdi della Shenzhou-9 (Shenzhou jiu hao 神舟九号) e della Shenzhou-10 (Shenzhou shi hao 神舟十号).

È bene notare, inoltre, che alla deorbitazione del Tiangong-1, si è accompagnato, nel 2016, l’invio in orbita del Tiangong-2 (Tiangong er hao 天宫二号), un “laboratorio spaziale” (kongjianshi 空间室) tramite cui furono testate, tra le altre, le procedure di rifornimento della “navicella cargo” (huoyun feichuan 货运飞船) Vascello Celeste-1 (Tianzhou yi hao 天舟一号).38)Tianzhou yi hao yu Tiangong er hao shunli wancheng shou ci zidong jiaohui duijie” 天舟一号与天宫二号顺利完成首次自动交会对接 (La Tianzhou-1 e il Tiangong-2 hanno completato con successo il primo attracco automatico”, Xinhua wang 新华网, 22 aprile 2017. Il Palazzo Celeste-2, poi rientrato in atmosfera in maniera controllata nel luglio del 2019, ha rappresentato la missione conclusiva della seconda fase del Piano 921.39)Cfr. “Tiangong er hao zairu chenggong! Zhongguo zhengshi jinru kongjianzhan shidai天宫二号再入成功中国正式进入空间站时代 (Il Tiangong-2 è rientrato con successo! La Cina entra formalmente nell’epoca della stazione spaziale), ifeng, 19 giugno 2019.

A quest’ultima seguirà dunque la messa in orbita della prima stazione spaziale cinese, la cui realizzazione è oggi preconizzata in un parallelo processo di elaborazione narrativa, volto a prepararne l’avvento in un momento storico in cui l’ancora incerta dismissione della Stazione Spaziale Internazionale (International Space Station– ISS), attesa per la seconda metà degli anni 20 del Duemila, induce la Cina a ritenere di poter divenire, nel giro di pochi anni, “l’unica nazione con una presenza a lungo termine nello spazio”.40)Yin Han, “China may have sole space station after 2024: expert”,Global Times, 1 aprile 2018. In realtà, lo scenario potrebbe essere più complesso, dal momento che non è ancora chiaro il ruolo degli attori privati nella futura gestione della ISS, né quello della Russia, anch’essa interessa alla costruzione di nuovi moduli spaziali. Cfr. Denis Kalinin, “Is the China Space Station the Next ISS?”, Westeastspace, 19 aprile 2020.

Proprio in contrapposizione al progetto della ISS, cui in passato la RPC ha più volte richiesto di partecipare – ma dal quale è invece sempre rimasta esclusa – l’imminente realizzazione di una stazione orbitante cinese è assurta a simbolo di una Cina non solo in grado di “camminare sulle proprie gambe” (zili gengsheng 自力更生), ma anche di cooperare, in maniera aperta e trasparente, con qualunque Paese voglia contribuire al progresso scientifico dell’umanità.41)China solicits int’l cooperation experiments on space station”, Xinhua, 5 agosto 2018. Minimizzando la componente militare dei suoi piani spaziali e dichiarandosi lontana dalla logica competitiva di tipo bipolare che aveva animato la corsa allo spazio negli anni ‘60, Pechino si descrive dunque come una potenza spaziale pacifica, pronta a realizzare una “casa comune dell’umanità nello spazio extra-atmosferico” (common home in space for all humankind / zai waikong gongtong de jia 在外空共同的家), in grado di accogliere a bordo astronauti ed esperimenti scientifici stranieri.42)United Nations and China invite applications to conduct experiments on-board China’s Space Station”, ONU Office for Outer Space Affairs, 28 maggio 2018.

Coadiuvata da un’attenta attività di space diplomacy e da una coerente presenza pubblica, tale narrazione garantisce alla RPC un cospicuo ritorno in termini di prestigio e credibilità, posizionandola, nell’arena internazionale, tra i paesi leader nel settore spaziale. Tuttavia, accanto alla garanzia di celebrarne il passaggio da “fabbrica del mondo” a Paese in grado di mettere a disposizione delle altre nazioni il proprio know-how tecnologico, questa auto-raffigurazione è destinata ad assicurare alla Cina anche un importante risultato in termini di profitto economico, facilitando la commercializzazione sul mercato estero dei propri prodotti spaziali.

In questo quadro diviene chiaro come quella di narrare una “buona storia” del rientro del Tiangong-1 non costituisse una questione meramente legata alla diffusione a livello domestico di un’interpretazione positiva della singola vicenda, ma fosse parte di una più ampia operazione tesa a preservare, anche all’esterno dei confini nazionali, l’immagine di un Paese tecnologicamente avanzato, in una fase in cui si annunciava l’implementazione di un progetto in grado di riscrivere la geografia politica della quarta dimensione. Proprio in tale prospettiva, sarà fondamentale monitorare attentamente le modalità di narrazione di tale futura piattaforma di cooperazione internazionale, anche al fine di poterle meglio confrontare con le strategie di raccordo ed esecuzione fattiva di quella che nei prossimi anni costituirà – come è già stata definita secondo l’ormai onnipresente formula – una “stazione spaziale con caratteristiche cinesi” (you Zhongguo tese de kongjianzhan 有中国特色的空间站).43)Cfr. Zhao Yun 赵云, Long Jie 龙杰, “Zhongguo kongjianzhan guoji hezuo moshi xuanze ji guanxiaquan fenxi” 中国空间站国际合作模式选择及管辖权分析 [Analisi della giurisdizione e della scelta del modello di collaborazione internazionale per la stazione spaziale cinese], Anhui Shifan Daxue Xuebao, 46, 3, 2018, 19-28.

Savina, Il rientro incontrollato PDF

Immagine: Fotogramma di una simulazione animata del rientro del Tiangong-1 (da Renmin Wang)

Tonio Savina, borsista presso il Dottorato di ricerca in Civiltà dell’Asia e dell’Africa dell’Università di Roma “Sapienza”, sta completando una tesi finale sulla storia dell’esplorazione e del programma spaziale cinese. Ha studiato e svolto ricerche all’estero, presso enti e biblioteche della Cina popolare e di Taiwan, dove si è recato anche in qualità di visiting Ph.D. student presso la National Chengchi University di Taipei. I suoi interessi di ricerca vertono inoltre su tecno-nazionalismo, narrazioni e stretti legami tra tecnologie spaziali, politica interna e relazioni internazionali della RPC; a queste ultime ha dedicato il volume I rapporti tra Cina e Stati Uniti dagli anni Settanta agli anni Duemila – Una prospettiva astropolitica (Studi Orientali, Padova, Libreriauniversitaria.it, 2020).

 

References
1 Xi Jinping yinling Hangtian meng zhutui Zhongguo meng习近平引领航天梦助推中国梦 [Xi Jinping guida il Sogno spaziale a sostegno del Sogno cinese], Renmin wang 人民网, 15 settembre 2016.
2 Tra i tanti cfr. Ashley J. Tellis, “China’s Military Space Strategy”, Survival, 49, 3, 2007, 41-72; Jeff Kueter, “China’s Space Ambitions and Ours”, The New Atlantis, 16, 2007, 7-22.
3 Per approfondire sull’incidente cfr. Chen Lan, “Mist around the CZ-3B disaster”, Go Taikonauts!, 8, 2013, 7-14.
4 Sulla questione è tuttavia intervenuto l’attuale amministratore della NASA Jim Bridenstine, criticando duramente la Cina. Cfr. Jeff Foust, “Bridenstine criticizes China for uncontrolled rocket reentry”, Spacenews, 16 maggio 2020.
5 Sulla teoria dell’agenda-setting cfr. Donella Antelmi, Il discorso dei media (Roma: Carocci, 2006).
6 Laura Roselle, Media and the Politics of Failure: Great Powers, Communication Strategies, and Military Defeats (New York: Palgrave Macmillan, 2006).
7 Rientro stazione spaziale cinese. Italia confermata tra i possibili scenari”, Protezionecivile.gov, 30 marzo 2018.
8 Cfr. Cody Chiles, “JFSCC tracks Tiangong-1’s reentry over the Pacific Ocean”, Air Force Space Command, 1 aprile 2018.
9 Cfr. “Rientro stazione spaziale cinese. Nuova riunione del tavolo tecnico”, Protezionecivile.gov, 29 marzo 2018.
10 Cfr. “L’ironia su Twitter per la stazione spaziale cinese precipitata”, skytg24, 2 aprile 2018.
11 Stazione spaziale cinese alla deriva, la Protezione civile: «Frammenti potrebbero cadere sull’Italia»”, Corriere della Sera, 23 marzo 2018.
12 Valentina Errante, “Navicella Tiangong impazzita verso la Terra, 40 minuti per salvarsi: le avvertenze della Protezione civile”, Il Messaggero, 24 marzo 2018.
13 Corrado Zunino, “Tiangong-1, caccia al modulo cinese fuori controllo. In Italia intercettate le ‘curve di luce’”, La Repubblica, 13 febbraio 2018.
14 Enrico Cicchetti, “Cosa sappiamo della stazione spaziale cinese che sta per schiantarsi sulla Terra”, Il Foglio, 23 marzo 2018.
15 Noemi Penna, “La Stazione spaziale cinese sta cadendo sulla Terra e i frammenti potrebbero colpire l’Italia”, La Stampa, 23 marzo 2018.
16 Errante, “Navicella Tiangong impazzita verso la Terra”.
17 Si trattava di una stima del tutto provvisoria, data l’impossibilità di indicare una data esatta per il rientro del veicolo.
18 Tra questi ricordiamo l’astrofisico Jonathan McDowell.
19 Harry Cockburn, “China’s space station ‘out of control’ and on crash course to Earth”, The Independent, 21 settembre 2016; Tom Phillips, Malkin, “China’s Tiangong-1 space station ‘out of control’ and will crash to Earth”, The Guardian, 21 settembre 2016.
20 Tiangong yi hao wancheng shiming yuji 2017 nian xiabannian yunluo天宫一号完成使命预计2017年下半年陨落 (Il Tiangong-1 ha completato la sua missione storica, cadrà nella seconda metà del 2017), Xinhua wang 新华网, 14 settembre 2016.
21 L’Ufficio è noto in lingua cinese come Zhongguo zairen hangtian gongcheng bangongshi 中国载人航天工程办公室.
22 Note verbale dated 4 May 2017 from the Permanent Mission of China to the United Nations (Vienna) addressed to the Secretary-General”, 10 maggio 2017, A/AC.105/1150; “Note verbale dated 8 December 2017 from the Permanent Mission of China to the United Nations (Vienna) addressed to the Secretary-General”, 12 dicembre 2017, A/AC.105/1150/Add.1; “Note verbale dated 26 March 2018 from the Permanent Mission of China to the United Nations (Vienna) addressed to the Secretary-General”, 27 marzo 2018, A/AC.105/1150/Add.2.
23 Cfr. “Falling Tiangong-1 will not cause damage to Earth: scientist”, Global Times, 12 marzo 2018; Liu Yang, Sha Jie, “China’s 1st space lab splashdown under control: scientists”, Global times, 4 gennaio 2018; Liu Yang, Deng Xiaoci, “China’s Tiangong-1 space lab could reenter Earth as soon as Sunday: authorities”, Global Times, 29 marzo 2018. Simili considerazioni sonoapparse anche nell’edizione cinese del Global Times: “Tiangong yi hao jiang ‘shikongzhuang xiang’ diqiu? Zhuanjia: yaochuan” 天宫一号将失控撞向地球? 专家: 谣传 [Il Tiangong-1 colliderà in maniera incontrollata con la Terra? Gli esperti: dicerie], Huanqiu wang 环球网, 4 gennaio 2018.
24 “Falling Tiangong-1 will not cause damage”.
25 Liu, Sha, “China’s Tiangong-1 space lab”.
26 Zhao Yusha, “Foreign media envy China’s fast-growing space program: Chinese analysts”, Global Times, 1 aprile 2018.
27 Curtis Stone, “Tiangong-1 space lab crash theory has collapsed”, People’s Daily, 2 aprile 2018. La notizia compare anche nell’edizione cinese del Quotidiano del Popolo: Shi Feiran 石斐然, “Tiangong yi hao anquan shaoshi xiaohui. Zhuangji diqiu guai lun huazuo qing yan天宫一号安全烧蚀销毁撞击地球怪论化作青烟 [Il Tiangong-1 si è disintegrato in sicurezza, mandando in fumo le teorie secondo cui avrebbe colpito la Terra], Renmin wang 人民网, 3 aprile 2018.
28 “Tiangong yi hao wancheng shiming”.
29 Zoey Chong, “China’s Internet is divided over doomed satellite Tiangong-1”, Cnet, 28 marzo 2018.
30 Tra i tanti cfr. “Huangying huijia,Tiangong yi hao! Weilai ni hao, Zhongguo kongjianzhan!欢迎回家,天宫一号!未来你好,中国空间站![Bentornato a casa Tiangong-1! Diamo il benvenuto al futuro: la stazione spaziale cinese!], Huanqiu wang 环球网, 1 aprile 2018; “Kuaixun! Tiangong yi hao zhuiluo nan Taipingyang zhongyu huijia le快讯!天宫一号坠落南太平洋终于回家了 [Flash: Il Tiangong-1 è finalmente tornato a casa cadendo nell’Oceano Pacifico Meridionale], Wanwei duzhe wang 万维读者网, 1 aprile 2018.
31 Cfr. “Tiangong yi hao Tianwai guilai” 天宫一号天外归来 [Il Tiangong-1 ritorna dallo spazio], Renmin ribao 人民日报, 3 aprile 2018, 12; Pan Xutao 潘旭涛, “Tiangong yi hao wanmei xiemu. Zhongguo yingjie kongjian zhan shidai天宫一号完美谢幕. 中国迎接空间站时代 [Il perfetto inchino finale del Tiangong-1. La Cina dà il benvenuto all’epoca della stazione spaziale], Renmin wang 人民网, 3 aprile 2018.
32 Il riferimento è alle vicende che nel quarto capitolo del romanzo coinvolgono lo Scimmiotto Sun Wukong, il quale, dopo aver ottenuto dall’Imperatore di Giada l’infimo titolo di “supervisore delle stalle imperiali” (bi ma wen 弼马温) è intenzionato a creare grande scompiglio (danao 大闹) presso il Palazzo Celeste (Tiangong 天宫).
33 Li Chengzhi 李成智, Zhongguo hangtian keji chuangxin 中国航天科技创新 [L’innovazione delle tecnologie spaziali cinesi] (Jinan: Shangdong Jiaoyu Chubanshe, 2015), 174.
34 Il carattere operistico del programma spaziale cinese è stato in passato evidenziato da Stacey Solomone, “The Culture of China’s Space Program: A Peking Opera in Space”, Journal of Futures Studies, 11, 1, 2006, 43 – 58.
35 Si noti come la Cina si consideri oramai un “grande Paese nell’aerospazio” (hangtian daguo 航天大国), ma non ancora un “forte paese nell’aerospazio” (hangtian qiangguo 航天强国) – obiettivo, quest’ultimo, che Xi Jinping si è prefissato di realizzare nella “nuova era” (xin shidai 新时代).
36 Shan Jie, “Tiangong-1 achieved milestone in history of aerospace: expert”, Global Times, 2 aprile 2018.
37 Deng Xiaoci, “China space laboratory expected to fall at month’s end”, Global Times, 26 marzo 2018; Shan, “Tiangong-1 achieved milestone”.
38 Tianzhou yi hao yu Tiangong er hao shunli wancheng shou ci zidong jiaohui duijie” 天舟一号与天宫二号顺利完成首次自动交会对接 (La Tianzhou-1 e il Tiangong-2 hanno completato con successo il primo attracco automatico”, Xinhua wang 新华网, 22 aprile 2017.
39 Cfr. “Tiangong er hao zairu chenggong! Zhongguo zhengshi jinru kongjianzhan shidai天宫二号再入成功中国正式进入空间站时代 (Il Tiangong-2 è rientrato con successo! La Cina entra formalmente nell’epoca della stazione spaziale), ifeng, 19 giugno 2019.
40 Yin Han, “China may have sole space station after 2024: expert”,Global Times, 1 aprile 2018. In realtà, lo scenario potrebbe essere più complesso, dal momento che non è ancora chiaro il ruolo degli attori privati nella futura gestione della ISS, né quello della Russia, anch’essa interessa alla costruzione di nuovi moduli spaziali. Cfr. Denis Kalinin, “Is the China Space Station the Next ISS?”, Westeastspace, 19 aprile 2020.
41 China solicits int’l cooperation experiments on space station”, Xinhua, 5 agosto 2018.
42 United Nations and China invite applications to conduct experiments on-board China’s Space Station”, ONU Office for Outer Space Affairs, 28 maggio 2018.
43 Cfr. Zhao Yun 赵云, Long Jie 龙杰, “Zhongguo kongjianzhan guoji hezuo moshi xuanze ji guanxiaquan fenxi” 中国空间站国际合作模式选择及管辖权分析 [Analisi della giurisdizione e della scelta del modello di collaborazione internazionale per la stazione spaziale cinese], Anhui Shifan Daxue Xuebao, 46, 3, 2018, 19-28.