“La parola per mondo è ancora foresta”.1)Dal titolo del libro di Anna-Sophie Springer (Berlin: K. Verlag, 20179. Nell’era dell’antropocene, il violento disboscamento è una delle caratteristiche distintive della nostra società. Allo stesso tempo, è interessante notare come i boschi siano diventati importanti per gli ambienti urbani che sono in rapida espansione in tutto il mondo.

Per il progetto fotografico Forest, Yan Wang Preston, artista britannico-cinese, ha indagato per otto anni (2010-2017) le politiche di rimboschimento e di ricostruzione dell’ambiente “naturale” delle nuove città cinesi.

A Chongqing, la più grande metropoli cinese con trenta milioni di abitanti, è portata avanti la politica della “città-bosco”. Se la scelta più comune è quella di piantare alberi giovani, accade anche che centinaia e migliaia di alberi adulti siano trapiantati in città per creare boschi già “pronti”. Spesso gli alberi diventano trofei, elementi decorativi e uno stratagemma per aumentare il costo degli immobili.

Il loro prezzo dipende dalla loro rarità, dalla dimensione e dall’età. Provengono da villaggi demoliti, aree recentemente disboscate e oltre. Il loro futuro è incerto.

Nella Haidong Development Zone, a Dali, nella provincia dello Yunnan, si sta sistematicamente urbanizzando una piccola area rurale con l’intento di creare “una città del divertimento internazionale e una città ecologica modello”. A tal fine, si sostituisce la parte superiore del terreno dell’intera area con una terra rossa semi-artificiale, che forma la base su cui sono inserite piante per lo più non indigene, tra cui migliaia di alberi adulti. Nel frattempo, una rete di plastica verde ricopre tutto ciò che non è piacevole alla vista, dai rifiuti di costruzione alle cave in disuso. L’obiettivo della città è qui passato da una preoccupazione di tipo “ecologico” a quella più cosmetica del cercare di essere visivamente verde. Nel 2017, a sette anni dalla sua costruzione, Haidong era ancora una città “fantasma” senza residenti permanenti.

Yan Wang Preston ha iniziato questo progetto a Chongqing, seguendo per otto anni gli sviluppi dei vecchi alberi trapiantati, della città cementificata e della sua gente, e documentandone i cambiamenti, i drammi e le vite. Ha quindi esteso il progetto a Haidong, catturando i bizzarri paesaggi selvaggiamente colorati del recupero ecologico. Lungo la strada, ha raccolto e narrato varie storie che sollevano interrogativi sulla complessità del rimboschimento urbano e della ricostruzione della natura nell’era contemporanea.

Forest ha vinto il Primo Premio del Syngenta Photography Award nel 2017 e il Primo Premio, categoria Professional Landscape, dei Sony World Photography Awards nel 2019. È stato pubblicato come monografia da Hatje Cantz nel 2018.

 

Central Park, University City, Chongqing, China, 2011

 

University City, Chongqing, China, 2011

 

Longan woodland, University City, Chongqing, China, 2011

 

Jiangbeizui Central Business District, Chongqing, China, 2017

 

Egongyan Park, Chongqing, China, 2017

 

Courtyard of an apartment complex near Caiyuanba Bridge, Chongqing, China, 2017

 

Haidong Development Zone, Dali, Yunnan, China, 2017

 

Yunlang Quarry Ecology Recovery Project, Dali, Yunnan, China, 2017

 

Puhejing Quarry Ecology Recovery Project, Dali, China, 2017

 

Puhejing Quarry Ecology Recovery Project, Dali, China, 2017

Yan Wang Preston è una fotografa britannico-cinese che ha ricevuto il Dottorato in Fotografia presso l’Università di Plymouth nel 2018 e insegna fotografia presso l’Università di Huddersfield (UK). Interessata al ruolo della natura nella società contemporanea, con la sua fotografia paesaggistica mira a svelare la complessità che si cela dietro la superficie dei paesaggi fisici. Ha vinto premi internazionali prestigiosi, tra cui il Royal Photographic Society (2018), il Syngenta Photography Award (2017), il Shiseido Photographer Prize al Three Shadows Photography Annual Award (Beijing, 2016) e il Reviewers Choice Award al FORMAT (Derby, 2014).

 

 

 

 

 

 

References
1 Dal titolo del libro di Anna-Sophie Springer (Berlin: K. Verlag, 20179.