Il concetto di “civiltà ecologica” si diffonde in Unione Sovietica nei tardi anni Sessanta del Novecento grazie a gruppi di scienziati che identificano nel nesso tra modernizzazione industriale e l’emergere di crisi ambientali interne un problema della civiltà in generale, risolvibile solo attraverso il lancio di una “rivoluzione ecologica”.1)John Bellamy Foster, “The Earth-System Crisis and Ecological Civilization: a Marxian View”, International Critical Thought 7, 4, 2017, 449. Ringrazio Giulio Benedetti per avermi segnalato Late Soviet Ecology and the Planetary Crisis, sempre di Bellamy Foster. Lo stesso concetto approda negli anni Novanta nella Repubblica Popolare Cinese (RPC), questa volta legato all’idea che la “civiltà ecologica” (shengtai wenming 生态文明) possa succedere a quella “industriale” e mitigarne gli effetti devastanti sul rapporto tra Uomo e Natura. Benché non ancora elaborato del tutto, il termine shengtai wenming compare per la prima volta nella principale rivista teorica del PCC, Qiushi, nel testo di un articolo del 1997 sull’apertura di aree di sviluppo industriale “verde” del Jiangxi.2)L’introduzione del termine shengtai wenming nel titolo di un articolo di Qiushi risale invece al dicembre 2007, due mesi dopo l’introduzione del termine da parte di Hu Jintao nel rapporto al 17° Congresso del PCC. Si vedano: Zhong Folin 钟佛霖 e Peng Daobin 彭道宾, “Chuangjian lüse changye kaifaqu, wei wo sheng jingji de chixu fazhan kaibi xinlu” 创建绿色产业开发区为我省经济的持续发展开辟新路 (Creare zone di sviluppo industriale verde per l’apertura di nuovi percorsi di sviluppo sostenibile per l’economia della nostra provincia), Qiushi 求实,11, 1997, 36-38. Fin da subito, al netto di molte e sostanziali differenze, ad accomunare le due “civiltà ecologiche” è il fatto che, se il concetto di derivazione sovietica critica i modelli di sviluppo di stampo occidentale, il secondo contesta le norme dell’ambientalismo liberistache dal 1992 in poi dominano il panorama delle politiche ambientali globali.3)Heidi Ning Kang Wang-Kaeding, “Fragmented Environmental Discourse in People’s Republic of China: Identity, Legitimacy, and Local Agents”, in Iain Watson e Chandra Lal Pandey, Environmental Security in the Asia-Pacific (New York: Palgrave Macmillan, 2015), 31-65.
In occasione della quinta Sessione Plenaria del 15° Comitato centrale del PCC, svoltasi nel 2000, la leadership cinese attua una rivalutazione del rapporto Uomo-Natura annunciando l’inizio di una nuova fase del processo di modernizzazione impostato da Deng Xiaoping che coinciderà con la costruzione di una società moderatamente prospera (xiaokang shehui 小康社会).4)Alessandro Gobbicchi, La Cina e la Questione Ambientale (Milano: FrancoAngeli, 2012), 60-63. Due anni dopo, al Forum su Popolazione, Risorse e Ambiente, il Presidente Hu Jintao rafforza la nozione di “società moderatamente prospera” accostandola a una nuova “visione di sviluppo scientifico” (kexue fazhan guan 科学发展观), con l’obiettivo di mettere al centro della politica interna questioni che riguardano il singolo individuo, i suoi interessi fondamentali e la salvaguardia dell’ambiente.5)Gobbicchi, La Cina e la Questione Ambientale, 62. Saranno proprio questi cambi di prospettiva voluti dal Presidente Jiang Zemin nel biennio 2000-2002 e rafforzati dal suo successore tra il 2004 e il 2007 a consentire l’elaborazione dei presupposti teorici del concetto di “civiltà ecologica” e a favorirne l’ulteriore sviluppo.
Pervedere il concetto di“civiltà ecologica”6)La traduzione “civiltà ecologica” è presa dalla traduzione in italiano del termine così come appare in Xi Jinping, Governare la Cina I, trad. it. Miriam Castorina e Tanina Zappone (Firenze: Giunti Editore 2016), ed è stata inoltre scelta in questa sede per stabilire un legame con il concetto di “civiltà spirituale” (jingshen wenming 精神文明) dell’omonima campagna di Deng Xiaoping degli anni Ottanta. Si vedano: Geremie R. Barmé, “Engineering Chinese Civilization”, in Geremie R. Barmé e Jeremy Goldkorn, China Story Yearbook 2013: Civilising China (Canberra: Austrialian Centre for China in the World, The Australian National University, 2013), xviii-xix. introdotto nel discorso ufficiale del Partito Comunista Cinese (PCC) e nell’insieme dei principi generali che formeranno l’eredità ideologica di Hu Jintao, tuttavia, occorrerà aspettare il rapporto del Presidente Hu al 17° Congresso del Partito del 2007. Alla quarta sezione, il rapporto affronta il tema della “costruzione di una civiltà ecologica” definendola come: “un modello industriale, di crescita e dei consumi improntato sul risparmio energetico delle risorse e sulla protezione ambientale” per la realizzazione programmatica di una “società moderatamente prospera”.7)“Hu Jintao zai dang de shiqida shang de baogao” 胡锦涛在党的十七大上的报告 (Rapporto di Hu Jintao al 17° Congresso del Partito), 25 ottobre 2007. In particolare, si veda la quarta sezione del rapporto, intitolata: “Shixian quanmian jianshe xiaokang shehui fendou mubiao de xin yaoqiu” 实现全面建设小康社会奋斗目标的新要求 (I nuovi requisiti per la realizzazione degli obiettivi per la costruzione di una società moderatamente prospera). Nel 2012, a dimostrazione dell’ingente capitale politico investito dal PCC nella “costruzione di una civiltà ecologica”, sarà il Presidente Xi Jinping a inserire il termine nello statuto del PCC, a elevarne la caratura teorica a elemento costitutivo del “Pensiero di Xi Jinping sul socialismo con caratteristiche cinesi per una nuova era”8)Xi Jinping, “Juesheng quanmian jiancheng xiaokang shehui duoqu xin shidai zhongguo tese shehuizhuyi weida shengli” 决胜全面建成小康社会夺取新时代中国特色社会主义伟大胜利(Assicurarsi una vittoria decisiva nella costruzione di una società moderatamente prospera in modo completo e impegnarsi per il grande successo del socialismo con caratteristiche cinesi per una nuova era), Sezioni 1 e 3. e a includerlo nel cosiddetto “cinque-in-uno” (wu wei yi ti 五位一体), ovvero nella strategia di sviluppo complessivo9)Daniele Brombal, “Urbanizzazione e Sostenibilità in Cina: Verso un Cambiamento Trasformativo?”, Annuali di Ca’ Foscari. Serie Orientale 53, 2017, 305-336. incarnata dalla kexue fazhan guan, che sarebbe appunto fondata sulle “cinque costruzioni” (wu ge jianshe 五个建设) congiunte dell’economia, della politica, della cultura, della società e dell’ecologia. Da notare come tutto questo avvenga nonostante Xi, in materia di politica estera, interna e della sicurezza, si sia comunque fatto promotore di iniziative in parziale discontinuità con il lascito politico-ideologico di Hu Jintao.
Con “civiltà ecologica”, dunque, si rende quanto mai esplicito il nesso tra Uomo e Natura, tra crescita economica e sviluppo sociale che risultava appena accennato nella visione di sviluppo scientifico di Hu Jintao. L’elaborazione di questo concetto consente a Pechino di attingere dal bagaglio della sua cultura tradizionale per dimostrare di aver “storicamente” dato importanza alla protezione dell’ambiente e alla sicurezza del clima. Pur riconoscendo la valenza teorica di questa lettura, il presente contributo intende soffermarsi sulla fluidità del concetto stesso, fissato come “significante fluttuante”10)Ernesto Laclau and Chantal Mouffe, Hegemony and Socialist Strategy: Towards a Radical Democratic Politics (Londra: Verso, 1985). e mantenuto tale in contesti internazionali e interni per, da una parte, schermare Pechino da potenziali critiche provenienti dal resto dei paesi in via di sviluppo; dall’altra, per fornire un indirizzo politico ai vari organi statali, ai quali poi spetta il compito di “riempire” il concetto di significato, dandogli concretezza. I paragrafi successivi si concentrano sulla dimensione interna del dibattito riguardante la shengtai wenming ed il suo utilizzo.
L’attenzione che la letteratura presta al modo in cui i Presidenti Jiang, Hu, e Xi ragionano di “civiltà ecologica”, di concetti a questa legati, o di metafore che ne coadiuvano il messaggio11)Beatrice Gallelli, “Doing Things with Metaphors in Contemporary China: Analysing the Use of Creative Metaphors in the Discourse on the Chinese Dream”, Annali di Ca’ Foscari. Serie Orientale, 54, Supplemento, 2018, 595-618. è data dall’ipotesi secondo cui i discorsi dei Segretari Generali del PCC delineano il raggio d’azione di attori ministeriali, privati, o ibridi12)Lee Jones, “Theorizing Foreign and Security Policy in an Era of State Transformation: a New Framework and Case Study of China”, Journal of Global Security Studies(2018), 1-19. chiamati a trasformare un determinato indirizzo politico in iniziative di policy.13)William J. Norris, Chinese Economic Statecraft: Commercial Actors, Grand Strategy, and State Control (Ithaca: Cornell University Press, 2016). Se il processo di policy making della RPC è quindi un ambito in cui gli apparati frammentati e decentralizzati del Partito-Stato competono per ulteriori potestà regolamentari, allo “Stato regolatore in stile cinese”14)L’espressione “in stile cinese” è qui utilizzata per rendere l’espressione “Chinese-style” alla quale Jones ricorre per sottolineare come caratteristico della RPC il fatto che il  PCC detenga il controllo sulle nomine, sulle promozioni e sulla disciplina dei quadri. Si veda: Jones, “Theorizing Foreign and Security Policy”, 11. è richiesto di formulare “principi generali” e “linee guida” che possano ispirarne l’agire, uniformandolo. Detti “principi generali” tendono infatti a essere flessibili al punto da richiedere alla leadership di portare avanti anche opere di indirizzamento (o steering) che creino uniformità tra i desiderata degli attori istituzionali responsabili dell’attuazione di politiche pubbliche o estere. Questo processo di steering avverrebbe principalmente tramite la diffusione di discorsi ufficiali o di dichiarazioni del presidente in carica rilasciate nel corso di eventi di rilievo o conferenze diplomatiche ad hoc.15)Jones, “Theorizing Foreign and Security Policy”, 9.
Nel contesto delle politiche del cambiamento climatico della RPC, il tema di come il discorso sulla “civiltà ecologica” o sulla sua “costruzione” si evolva nelle dichiarazioni dei rappresentanti degli organi incaricati di formulare iniziative di policy è solitamente lasciato ai margini di considerazioni incentrate sulle figure dei presidenti, sulle loro motivazioni personali e sulle loro personalità.16)Zhang Qingmin, “Towards an Integrated Theory of Chinese Foreign Policy: Bringing Leadership Personality Back in”, Journal of Contemporary China 23, 89, 2014, 902-922. Si ritiene tuttavia che la varietà degli attori chiamati a realizzare politiche che concretizzino i “principi generali” dettati da Pechino porti i medesimi a tentare di influenzarne lo sviluppo, a interpretarli attribuendo loro significati conformi a quelle che sono le loro priorità istituzionali o, nei casi più estremi, a ignorarli. Queste dinamiche offrono dunque spunti interessanti sulle evoluzioni parallele di determinati concetti entrati nel discorso ufficiale del PCC, compreso quello di “civiltà ecologica”. I paragrafi che seguono presentano le diverse (e spesso contraddittorie) interpretazioni di questo concetto contenute in interviste rilasciate dal 2012 ad oggi dai principali rappresentanti di due istituzioni in particolare – la Commissione nazionale per lo sviluppo e le riforme (NDRC) e il Ministero per l’ecologia e l’ambiente (MEEN) –incaricate di dare concretezza al concetto di “civiltà ecologica”. Quello che traspare da una comparazione di questo tipo non è solo la forte carica ideologica delle interpretazioni offerte dai rappresentanti di un ministero nuovo come il MEEN che, istituito nel 2018, ha inevitabilmente sottratto importanti competenze in materia ambientale alla sovra-ministeriale NDRC, ma soprattutto quello che Wang-Kaeding definisce “comprensione frammentata”, o meglio, il“mancato allineamento”17)Heidi Ning Kang Wang-Kaeding, “Fragmented Environmental Discourse”, 32. delle visioni sull’ambiente (e, conseguentemente, sulla “civiltà ecologica”) elaborate da funzionari che si presume collaborino per trasformare “principi generali” e “linee guida” in politiche efficaci.
Le prime voci appartengono a Xie Zhenhua, Vice ministro della NDRC nonché Rappresentante speciale della RPC alle conferenze delle parti (COPs) della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC) dal 2015, e a Su Wei, Direttore generale del Dipartimento sul cambiamento climatico della NDRC. In una serie di interviste rilasciate tra il 2014 e il 2017, il Vice ministro Xie identifica nella “costruzione di una civiltà ecologica” il fondamento necessario alla realizzazione del “grande sogno di rinascimento della nazione cinese” (Zhonghua minzu weida fuxing de Zhongguo meng 中华民族伟大复兴的中国梦), classificandolo come punto di partenza del raggiungimento degli obiettivi politici che Xi Jinping mira a realizzare entro il 2049. Così inserita nel “sogno cinese”, la “costruzione di una civiltà ecologica” è riconosciuta quindi come componente non secondaria del modello di sviluppo del quale Pechino punta ad esportare i successi attraverso la Belt and Road Initiative (BRI): se con la BRI, infatti, Pechino fa sfoggio del successo delle politiche commerciali, industriali e degli investimenti che ne hanno segnato lo sviluppo economico lontano dai dettami del Washington Consensus, con il principio della “costruzione di una civiltà ecologica” punta a dimostrare “la superiorità del sistema sociale della Cina” (Zhongguo shehui zhidu de youyuexing 中国社会制度优越性)18)Tan Xingyu 谭星宇, “Xie Zhenhua: wei yingdui qihou bianhua gongxian Zhongguo zhihui” 解振华:为应对气候变化贡献中国智慧 (Xie Zhenhua: il contributo della saggezza cinese alla lotta contro il cambiamento climatico), China Report 中国报道12, 2017, 41. e il fallimento dell’“ambientalismo liberista” diffusosi a partire dal Summit della Terra di Rio de Janeiro del 1992. Nelle parole di Xie Zhenhua è dunque presente quell’elemento di critica aperta contenuto nelle primissime interpretazioni del termine “civiltà ecologica” – elemento perlopiù assente nel discorso ufficiale del PCC sullo sviluppo sostenibile della Cina contemporanea.
Occorre notare però come le critiche di Xie Zhenhua non siano unicamente rivolte alle economie avanzate: al contrario, parte di queste derivano dalla consapevolezza del Vice ministro che, in Cina, la costruzione di una civiltà ecologica sia “rimasta chiaramente indietro” rispetto a quegli imperativi di “sviluppo socio-economico” (shehui jingji fazhan 社会经济发展) che hanno segnato la storia della RPC dall’inizio del periodo di riforme e apertura ai giorni nostri.19)Liu Zhankun 刘占昆“Xie Zhenhua: yi ditan wei biaozhi de xin yi lun nengyuan geming yiran xingqi” 解振华:以低碳为标志的新一轮能源革命已然兴起 (Xie Zhenhua: una nuova rivoluzione dell’energia basata sulle basse emissioni di CO2è già in corso) Guangxi Electric Power 广西电业, 11, 2014, 4. Qui, la contraddizione esistente tra sviluppo economico e sostenibilità ambientale è un altro elemento reso esplicito da Xie, nonostante con il discorso ufficiale del PCC si preferisca porre enfasi sulla possibilità per le contraddizioni generate da queste due scelte politiche di risolversi del tutto.
Se la “civiltà ecologica” rientra a far parte del “sogno cinese”, non sorprende allora come Xie Zhenhua la definisca una “strategia” (zhanlüe 战略) e non una “politica” (zhengce 政策) o una “misura” (cuochi 措施). Il termine zhanlüe, percepito come politicamente impegnativo e foriero di potenziali incomprensioni20)Barbara Onnis, “La Nuova Via della Seta e l’Eurasia” in AA.VV., Fede e Culture nell’Attualità Cinese (Villa Gazzada – Cagnola, 2019), 138-151. al punto da essere gradualmente scomparso dal gergo della politica estera cinese dell’ultimo decennio, è qui recuperato perché pensato come termine ad uso e consumo della polity attiva entro i confini della RPC. Non è quindi da escludere che, in questo contesto, definire la “costruzione di una civiltà ecologica” come “zhanlüe” aiuti il PCC a porre l’accento sul tentativo suo e dell’intera classe dirigente cinese di dedicarsi completamente al perseguimento di politiche lungimiranti di sostenibilità ambientale.
Da ultimo, secondo Xie, la costruzione di una “civiltà ecologica” coinciderebbe con l’introduzione di un nuovo modello di modernizzazione in grado di favorire lo “sviluppo armonioso tra Uomo e Natura” (ren yu ziran [de] hexie fazhan 人与自然[的]和谐发展) nel rispetto di quanto stabilito al termine della terza Sessione Plenaria del 18° Comitato centrale del PCC.21)China Circular Economy 中国循环经济, “Xie Zhenhua: dali tuidong xunhuan fazhan jiakuai jianshe shengtai wenming” 解振华: 大力推动循环发展加快建设生态文明 (Xie Zhenhua: promuovere con vigore lo sviluppo circolare, accelerare la costruzione di una civiltà ecologica) Resources Economization & Environmental Protection 资源节约与环保, 2014, 2. Tuttavia, quale ruolo ci si attende che assuma il singolo individuo davanti a tentativi di ripristino del rapporto Uomo-Natura? A soffermarsi su questo aspetto è il Direttore generale del Dipartimento sul cambiamento climaticodella NDRC Su Wei che si esprime a favore della “supervisione pubblica” (gonggong jiandu 公共监督) delle valutazioni di sostenibilità ambientale delle politiche decise a livello provinciale. Il singolo cittadino non è più solo chiamato a “responsabilizzarsi” ragionando di “civiltà ecologica” nel quotidiano, ma anche a farsi promotore della “responsabilizzazione” dell’Altro, talvolta individuato nella figura di quadri locali non sufficientemente impegnati nell’attuazione di politiche all’insegna della sostenibilità ambientale. Il singolo cittadino dovrebbe dunque promuovere un processo di “civilizzazione ecologica”, ricreando su piccola scala le più note opere di indirizzamento (steering) del governo centrale. In questo caso in particolare, è da notare come la responsabilità che Su Wei vorrebbe vedere affidata al singolo individuo risulti perfettamente in linea con le norme dell’ambientalismo transnazionale contro le quali invece sembra schierarsi proprio il Vice ministro Xie.
In netto contrasto con le interpretazioni soprammenzionate, la “civiltà ecologica” concettualizzata dal Ministro per l’ecologia e l’ambiente Li Ganjie colpisce anzitutto per la sua elevata carica ideologica. Qui, la shengtai wenming non è affatto da considerarsi come il remoto (e difficilmente raggiungibile) traguardo della trasformazione della società post-industriale in società “verde”. Al contrario, poiché la Cina che emerge dagli interventi del Ministro Li è leader delle politiche del cambiamento climatico, essa è descritta come una grande potenza che di fatto ha già realizzato la costruzione della sua particolare “civiltà ecologica”, e alla quale spetta, adesso, esportarne i successi nel mondo. Inoltre, la “civiltà ecologica” di Li Ganjie non è più concepita come un concetto rientrante nell’eredità ideologica di Hu Jintao; al contrario, è frutto del solo “Xi Jinping pensiero” (Xi Jinping sixiang 习近平思想). Frequentissimi, non a caso, i riferimenti a una formula del tutto assente nei discorsi di Xie Zhenhua e Su Wei: quella del “Pensiero di Xi Jinping sulla civiltà ecologica” (Xi Jinping shengtai wenming sixiang 习近平生态文明思想),22)Li Ganjie 李干杰, “Shenru guanche Xi Jinping shengtai wenming sixiang yi shengtai huanjing baohu youdao chengji yingjiexin Zhongguo chengli 70 zhou nian” 深入贯彻习近平生态文明思想以生态环境保护优异成绩迎接新中国成立70 周年 (Dare piena attuazione al pensiero di Xi Jinping sulla civiltà ecologica, accogliere il 70° anniversario della Nuova Cina basandosi sugli eccellenti risultati ottenuti in termini di protezione ambientale), China Environment News 中国环境报, 28 gennaio 2019. nuovo teorema della sostenibilità ambientale con caratteristiche cinesi basato non più sull’introduzione di nuove leggi, sulla costruzione di sistemi di formazione dei quadri, o sull’introduzione di adeguati sistemi di scambio delle quote di emissione,23)Wang Fang 王芳, “碳排放强度与总量要双控——访国家发展和改革委员会应对气候变化司司长苏伟”(Il doppio controllo dell’intensità delle emissioni e delle emissioni totali – intervista con il Direttore generale del Dipartimento del cambiamento climatico della NDRC), Su Wei], Green China 绿色中国, Z1, 2015. ma sullo “studio approfondito” del Xi Jinping Pensiero e dello “spirito della Conferenza Nazionale sull’ecologia e la protezione ambientale” (quanguo shengtai huanjing baohu dahui jingshen 全国生态环境保护大会精神). Di conseguenza, nonostante anche in questo contesto si parli di “costruzione” (jianshe 建设), il termine è qui riferito alla costruzione “delle politiche e del pensiero” (zhengzhi he sixiang 政治和思想) e al “rafforzamento del Partito” (jiaqiang dang 加强党): elementi che devono necessariamente precedere la costruzione della “civiltà ecologica” menzionata nel discorso ufficiale e nelle parole dei rappresentanti della NDRC.
Permane invece nel linguaggio del Ministro Li Ganjie il termine zhanlüe, che ancora una volta contiene la promessa dell’uniformità d’intenti di tutte le istituzioni della RPC incaricate di portare a compimento il principio generale della “costruzione di una civiltà ecologica”. Nel caso di Li Ganjie, inoltre, parlare di “civiltà ecologica” in termini di “strategia” può essere utile a dimostrare l’allineamento del MEEN al Xi Jinping Pensiero come parte del suo essere un Ministero nuovo, istituito come conseguenza della ristrutturazione degli organi dello Stato approvata dall’Assemblea nazionale del popolo nel marzo 2018.
In generale, ciò che emerge dalle riflessioni dei rappresentanti di NDRC e MEEN sulla “civiltà ecologica” è l’assenza di consenso creatosi attorno alle modalità attraverso le quali questo nuovo stadio di “civiltà” possa essere raggiunto. Tra i numerosi tentativi di riconciliazione tra eco-socialismo, eco-modernizzazione e lo “spirito” della cultura cinese,24)Heidi Ning Kang Wang-Kaeding, “Fragmented Environmental Discourse”, 120 (edizione digitale). restano irrisolti troppi interrogativi che riguardano quali esattamente siano le fasi e le politiche che consentiranno la repentina realizzazione della “civiltà ecologica”. Molto probabilmente, non è un caso che sia così.

Clivio, La civiltà ecologica della nuova era PDF

Immagine: Abbraccia la Terra, abbraccia il verde!, foto di Carlotta Clivio.

Carlotta Clivio è dottoranda di ricerca in Relazioni Internazionali presso la London School of Economics and Political Science, dove si occupa di politiche sul cambiamento climatico e politica estera della Repubblica Popolare Cinese. Dal 2016 è Junior Research Fellow del Torino World Affairs Institute (T.wai) e dal 2017 è coordinatrice di redazione di OrizzonteCina.

References
1 John Bellamy Foster, “The Earth-System Crisis and Ecological Civilization: a Marxian View”, International Critical Thought 7, 4, 2017, 449. Ringrazio Giulio Benedetti per avermi segnalato Late Soviet Ecology and the Planetary Crisis, sempre di Bellamy Foster.
2 L’introduzione del termine shengtai wenming nel titolo di un articolo di Qiushi risale invece al dicembre 2007, due mesi dopo l’introduzione del termine da parte di Hu Jintao nel rapporto al 17° Congresso del PCC. Si vedano: Zhong Folin 钟佛霖 e Peng Daobin 彭道宾, “Chuangjian lüse changye kaifaqu, wei wo sheng jingji de chixu fazhan kaibi xinlu” 创建绿色产业开发区为我省经济的持续发展开辟新路 (Creare zone di sviluppo industriale verde per l’apertura di nuovi percorsi di sviluppo sostenibile per l’economia della nostra provincia), Qiushi 求实,11, 1997, 36-38.
3 Heidi Ning Kang Wang-Kaeding, “Fragmented Environmental Discourse in People’s Republic of China: Identity, Legitimacy, and Local Agents”, in Iain Watson e Chandra Lal Pandey, Environmental Security in the Asia-Pacific (New York: Palgrave Macmillan, 2015), 31-65.
4 Alessandro Gobbicchi, La Cina e la Questione Ambientale (Milano: FrancoAngeli, 2012), 60-63.
5 Gobbicchi, La Cina e la Questione Ambientale, 62.
6 La traduzione “civiltà ecologica” è presa dalla traduzione in italiano del termine così come appare in Xi Jinping, Governare la Cina I, trad. it. Miriam Castorina e Tanina Zappone (Firenze: Giunti Editore 2016), ed è stata inoltre scelta in questa sede per stabilire un legame con il concetto di “civiltà spirituale” (jingshen wenming 精神文明) dell’omonima campagna di Deng Xiaoping degli anni Ottanta. Si vedano: Geremie R. Barmé, “Engineering Chinese Civilization”, in Geremie R. Barmé e Jeremy Goldkorn, China Story Yearbook 2013: Civilising China (Canberra: Austrialian Centre for China in the World, The Australian National University, 2013), xviii-xix.
7 “Hu Jintao zai dang de shiqida shang de baogao” 胡锦涛在党的十七大上的报告 (Rapporto di Hu Jintao al 17° Congresso del Partito), 25 ottobre 2007. In particolare, si veda la quarta sezione del rapporto, intitolata: “Shixian quanmian jianshe xiaokang shehui fendou mubiao de xin yaoqiu” 实现全面建设小康社会奋斗目标的新要求 (I nuovi requisiti per la realizzazione degli obiettivi per la costruzione di una società moderatamente prospera).
8 Xi Jinping, “Juesheng quanmian jiancheng xiaokang shehui duoqu xin shidai zhongguo tese shehuizhuyi weida shengli” 决胜全面建成小康社会夺取新时代中国特色社会主义伟大胜利(Assicurarsi una vittoria decisiva nella costruzione di una società moderatamente prospera in modo completo e impegnarsi per il grande successo del socialismo con caratteristiche cinesi per una nuova era), Sezioni 1 e 3.
9 Daniele Brombal, “Urbanizzazione e Sostenibilità in Cina: Verso un Cambiamento Trasformativo?”, Annuali di Ca’ Foscari. Serie Orientale 53, 2017, 305-336.
10 Ernesto Laclau and Chantal Mouffe, Hegemony and Socialist Strategy: Towards a Radical Democratic Politics (Londra: Verso, 1985).
11 Beatrice Gallelli, “Doing Things with Metaphors in Contemporary China: Analysing the Use of Creative Metaphors in the Discourse on the Chinese Dream”, Annali di Ca’ Foscari. Serie Orientale, 54, Supplemento, 2018, 595-618.
12 Lee Jones, “Theorizing Foreign and Security Policy in an Era of State Transformation: a New Framework and Case Study of China”, Journal of Global Security Studies(2018), 1-19.
13 William J. Norris, Chinese Economic Statecraft: Commercial Actors, Grand Strategy, and State Control (Ithaca: Cornell University Press, 2016).
14 L’espressione “in stile cinese” è qui utilizzata per rendere l’espressione “Chinese-style” alla quale Jones ricorre per sottolineare come caratteristico della RPC il fatto che il  PCC detenga il controllo sulle nomine, sulle promozioni e sulla disciplina dei quadri. Si veda: Jones, “Theorizing Foreign and Security Policy”, 11.
15 Jones, “Theorizing Foreign and Security Policy”, 9.
16 Zhang Qingmin, “Towards an Integrated Theory of Chinese Foreign Policy: Bringing Leadership Personality Back in”, Journal of Contemporary China 23, 89, 2014, 902-922.
17 Heidi Ning Kang Wang-Kaeding, “Fragmented Environmental Discourse”, 32.
18 Tan Xingyu 谭星宇, “Xie Zhenhua: wei yingdui qihou bianhua gongxian Zhongguo zhihui” 解振华:为应对气候变化贡献中国智慧 (Xie Zhenhua: il contributo della saggezza cinese alla lotta contro il cambiamento climatico), China Report 中国报道12, 2017, 41.
19 Liu Zhankun 刘占昆“Xie Zhenhua: yi ditan wei biaozhi de xin yi lun nengyuan geming yiran xingqi” 解振华:以低碳为标志的新一轮能源革命已然兴起 (Xie Zhenhua: una nuova rivoluzione dell’energia basata sulle basse emissioni di CO2è già in corso) Guangxi Electric Power 广西电业, 11, 2014, 4.
20 Barbara Onnis, “La Nuova Via della Seta e l’Eurasia” in AA.VV., Fede e Culture nell’Attualità Cinese (Villa Gazzada – Cagnola, 2019), 138-151.
21 China Circular Economy 中国循环经济, “Xie Zhenhua: dali tuidong xunhuan fazhan jiakuai jianshe shengtai wenming” 解振华: 大力推动循环发展加快建设生态文明 (Xie Zhenhua: promuovere con vigore lo sviluppo circolare, accelerare la costruzione di una civiltà ecologica) Resources Economization & Environmental Protection 资源节约与环保, 2014, 2.
22 Li Ganjie 李干杰, “Shenru guanche Xi Jinping shengtai wenming sixiang yi shengtai huanjing baohu youdao chengji yingjiexin Zhongguo chengli 70 zhou nian” 深入贯彻习近平生态文明思想以生态环境保护优异成绩迎接新中国成立70 周年 (Dare piena attuazione al pensiero di Xi Jinping sulla civiltà ecologica, accogliere il 70° anniversario della Nuova Cina basandosi sugli eccellenti risultati ottenuti in termini di protezione ambientale), China Environment News 中国环境报, 28 gennaio 2019.
23 Wang Fang 王芳, “碳排放强度与总量要双控——访国家发展和改革委员会应对气候变化司司长苏伟”(Il doppio controllo dell’intensità delle emissioni e delle emissioni totali – intervista con il Direttore generale del Dipartimento del cambiamento climatico della NDRC), Su Wei], Green China 绿色中国, Z1, 2015.
24 Heidi Ning Kang Wang-Kaeding, “Fragmented Environmental Discourse”, 120 (edizione digitale).